Non solo “Alfonso” e gli altri singoli che avevano anticipato “Manuale Distruzione”, Levante è si pop, fresco e godibile, di qualità, ma è anche tanto altro, un’artista con un bagaglio musicale importante, che sa come spaziare tra i generi con assoluta nonchalance, che ha una scrittura intelligente e vivace nell’uso di immagini e accostamenti semplici ma efficaci e una voce ricca di colori e sfumature. “Manuale Distruzione” è un compendio di bravura per dodici canzoni, Levante è già molto di più di una promessa:
“Non stai bene”: “la gravità impone una vita a terra” chitarra d’assalto e voce che sinuosa e potente, il risultato è sicuramente intenso
“Cuori d’artficio”: “ho un cuore che è puntato sulle stelle eppure vivo sotto pelle”ottimo arrangiamento specie dal punto di vista ritmico che porta al climax del convincente ritornello
“Memo”: “Dove va a finire tutto il calore di una storia d’amore?” un brano pop curato e gradevole, dove si può apprezzare la vocalità di Levante:“L’amore ci ha cambiati l’amore ci ha lasciati”
“Le margherite sono salve”: “che ci fai qui vicino a me se cielo e terra non possono toccarsi perché mai noi possiamo vederci” strofa suggestiva che si dipana in un ponte dove l’atmosfera si dirada per un ritornello evocativo per un buon testo, niente affatto banale e una vocalità molto duttile
“Sbadiglio”: “ci sono stai bei momenti adesso ci troviamo davanti a un posacenere stracolmo, piatti e tazze da lavare” andamento incalzante, che si distende nel ponte per poi esplodere nel ritornello per un testo che fa assurgere gli oggetti, la quotidianità, a perfetta metafora della vita di coppia: “a me sembrava bellissimo quel silenzio catartico aspettando le stelle per guardarle cadere poi cercarsi la pelle senza trovarsi mai”
“Come quando fuori piove”: “bugiardo al sorriso gli disse lo sguardo lui rispose è un duro mestiere qualcuno deve pur farlo,stringere i denti per non morire” ballad con venature soul e accenni blues con un buon uso delle doppie voci nel ritornello e ancora una volta un testo convincente
“Nuvola”: “sono stupidi quelli che pensano che tutto sia uguale a ieri anche i miei desideri” piglio folk/blues, intenso, nel suo esser minimal anche nella costruzione del ritornello, con le chitarre che si prendono la scena: “e mi regalerò a natale l’album delle figure di merda che mi hai fatto fare”
“Alfonso”: cosa altro aggiungere al brano che l’ha lanciata? Un pezzo pop praticamente perfetto: “Corre l’anno 2013 in mano alcolici e niente più… che vita di merda!!! Ma che cosa c’entra il bon ton? Ho riso per forza e ho rischiato di dormirti addosso Alfonso tanti auguri ma non ti conosco”
“Farfalle”: “io non so parlare bene sprecare il fiato non conviene il cuore segue logiche contrarie a noi… Baciarti sconosciuto farebbe di me una ragazza fragile, ma io ci provo adesso, adesso sono qui domani ho il tempo per pentirmi” ballad eterea e suggestiva ricca di pathos che cresce nel bridge finale e nei soli di chitarra elettrica
“Senza zucchero”: “vivo appeso ai miei soli sogni corro senza meta, senza una metà che mi compensi, ho bisogno di sentirmi mezzo in verità” al pianoforte, in un mood sospeso e raffinato,è il punto di vista dell’uomo a venire narrato: “Quanto male fa quella parola che non ti dirò”
“Duri come me”: incedere marziale, il brano si dipana in continuo crescendo emozionale, con le chitarre a punteggiare: “questa è la guerra e combatto e stringerò i denti finchè ne avrò duri come me a morire per vivere”
“La scatola blu”: “quanto costa cedere a un sorso di rimpianti per sentirsi sempre più stanchi?” Il disco si chiude come si era aperto, chitarra e voce, con l’evidente cambiamento di toni e atmosfere, qui è decisamente la malinconia a prevalere ripensando ai ricordi di una storia d’amore rinchiusi in una scatola blu riposta in cantina.
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RispondiEliminaCiao, bellissimo post. Un solo appunta: nella Scatola Blu, il sorso di rimpianti è per il papà... si tutto sommato una storia d'amore anche quella ;)
RispondiEliminabravo