Produzione
anglo-americana (anche se il produttore esecutivo è l'italiano
Charlie Rapino) per Noemi ed il suo ultimo disco “Made in London”,
dove la voce blues “rossa” (anche se in realtà di blues ha fatto
quasi nulla), sembra molto a suo agio... qualche testo è
interessante anche per gli autori da cui sono nate (per la verità
Daniele Magro è una scoperta), altri sono troppo ripetitivi.
D'altronde lei si esprime più nella vocalità particolare, per la
forte personalità e i fan troveranno molti spunti per capire che
questa ragazza, dal pesante bagaglio di studi, la cui carriera poi è
stata agevolata da X Factor e dal buon Morgan, è cresciuta.
“Acciaio”: le
atmosfere danno al pezzo quasi freddezza, come l'acciaio per
l'appunto, sound anni '80 a metà strada tra gli Spandau Ballet ma
più il Michael Jackson di “Dirty Diana”, che Noemi sa
internazionalizzare bene: “Siamo fiori di acciaio, il freddo della
notte non ci spezzerà, siamo fiori d'acciaio, siamo grandi ormai”,
“Sempre in viaggio”:
voce graffiante per cantare: “C'è chi lo trova in un fondo al
bicchiere, chi ama e non lo dà a vedere, chi ha una maschera per
tutte le sere, tu che fai...” è Noemi che “fa” il brano, che
non abbandona le sonorità anni '80...
“Passenger”: “I'm
just a passenger, I'm gonna let you drive me”: congeniale il testo
in inglese che si adatta alla rossa Noemi ed alla sua vocalità. Un
coro a renderla ballad...
“Se tu fossi qui”:
altra ballatona con il piano e gli archi ma anche un po' di chitarre
elettriche, poi ad un certo punto il brano diventa negativamente
dissonante: “Tutti i nostri sogni esagerati, come quei palazzi
nuovi abbandonati, come tutti quei ragazzi inceneriti...” sul
finale effetti che sembrano tasti di una macchina da scrivere...
“Don't get me wrong”:
intro soul e qualche campionamento sfornano un brano con un testo fin
troppo “easy”: “Non ho mai saputo decidere, cosa fosse meglio
per me ora, ora è il solo tempo da vivere...” altro finale
“corale”...
“Bagnati dal sole”:
il brano che ha portato all'ultimo Festival di Sanremo e che è
passato in finale, sicuramente è il più melodico, il singolone: “Ho
vissuto in bilico, mi è servito, è così, ma non è stato facile
stare in piedi, stare qui”... certo è che l'ossimoro che dà il
titolo al sole ci lascia ancora perplessi...
“Tutto l'oro del
mondo”: scritta da Daniele Magro (qualcuno se lo ricerderà ad X
Factor 2009?) la canzone torna ai suoni anni '80. Qui Noemi fa certe
volte fatiche ad andare dietro alle parole: “Pagherei pure tutto
l'oro del mondo per tornare al giorno quando t'ho conosciuto e mi
sono fidata”... peccato, perchè, lo ammettiamo, il testo è uno
dei migliori dell'album: “Passerà pure questa fine del mondo e
vedrai allora sarà tutto l'opposto di ciò che ti hanno detto”.
“Per cosa vivere”:
“Io sopravviverò, ci devo credere, senza le regole che mi hai
lasciato tu”... storia di un amore finito tra arpeggi di acustiche
e ritmi malinconicamente pop...
“Un fiore in una
scatola”: archi sincopati e sezione ritmica minimal: “Un fiore in
una scatola non prende aria mai, corrode fino a polvere, si arrende
al buio”...
“Un uomo è un albero”:
l'impronta è assolutamente del suo autore, ovvero Diego Mancino.
Questo è il secondo brano che Noemi ha presentato al Festival di
Sanremo che, a nostro avviso, per certi aspetti è migliore di
“Bagnati dal sole” ma meno immediata: “Per me un uomo è un
albero, per me un uomo ha il coraggio di guardarsi in faccia, per me
un uomo è un'idea, per me un uomo è come te”... parole efficaci
che raccontano bene la “rossa” e la sua lotta al fianco di
associazioni ed eventi benefici.
“Alba”: ballata
finale, voce e piano: “Siamo fermi qui aspettando l'alba che ci
illumini sulla nostra terra insostenibile leggerezza che mi tiene
su”... citando volutamente Kundera alla ricerca del significato
della vita...
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