Tiromancino - Indagine su un sentimento


Se si esclude l’ultima traccia, “Re Lear”, “Federico Zampaglione” mette insieme coi suoi “Tiromancino” nove potenziali singoli, che fanno di “Indagine su un sentimento” un album godibile, diretto, ma niente affatto banale, dove l’amore come titolo che richiama il cinema, suggerisce, la fa da padrone e viene cantato o appunto indagato nel suo corso, l’autobiografia si fa empatia grazie alla semplicità solo apparente delle composizioni che si reggono su ottimi e variegati arrangiamenti. Un disco squisitamente pop insomma, dal grande appeal radiofonico e di pregevole fattura, dove è facile potersi riconoscere.

“Liberi”: “Perché l’amore non finirà se è anche libertà”, impossibile non pensare a Vasco Rossi ma solo nella prima strofa, poi il brano si dipana sugli archi portanti, intenso e ricco di pathos, “ma siamo liberi così? E ora avrai tutto il tempo per rispondermi, se mi cercherai potrei raggiungerti mentre giri un altro film”

“Immagini che lasciano il segno”: “Ora che sei diventata la ragione che mi muove” incalzante pop elettronico dal retrogusto vintage nonché il prossimo singolo dei Tiromancino... “E così sei riuscita a cambiarmi ritrovandomi forse un uomo migliore”

“Fuggevoli presenze”: incedere funky, colorato di elettronica leggera, viene in mente il Battisti di fine anni 70 nelle strofe mentre il ritornello fa pensare a “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti: “Andiamo in cerca dell’amore per tuffarci dentro”

“Nessuna razionalità”: avvolgente con la melodia decadente della strofa può ricordare Creep dei Radiohead mentre il ritornello richiama suggestioni da grandi ballad anni sessanta tipicamente italiane a cercare ispirazione dal maestro Franco Califano: “Come se ci fosse il modo invisibile tra noi così inseparabili anche se fino a poco tempo fa volevo solo libertà cambiano le idee nel tempo di un attimo quando due anime si incontrano forse ognuno lo sa non c’è più razionalità, nessuna razionalità”

Mai saputo il tuo nome”: “Non mi hai detto mai il tuo nome come fosse un segreto se prima o poi ti rivedrò mi chiedo”... adattamento pop del brano Never Knew your Name dei Madness, molto orecchiabile che racconta il fugace incontro di una notte

“In una notte di marzo”: electro pop dal mood oscuro e “metropolitano” che sfocia nella melodia dello splendido ritornello, coi fiati in evidenza nella parte finale, il brano è un duetto con Pierpaolo Capovilla del “Teatro degli Orrori”: “Cosa ci dice che siamo vivi? Forse fumare sovrappensiero immaginando un posto segreto dove sparire sul serio”

“La nostra realtà”: “e poi vai sempre di fretta ti trucchi aspettando i semafori e ti riempi la bocca di un rosso che potrebbe uccidermi” grande ballad, ottimamente arrangiata con un arioso ritornello di forte impatto: “Quello che abbiamo no non è per sempre è preso in prestito e prima o poi si rende” insieme al brano precedente rappresenta a nostro avviso il vertice dell’album

“Una nuova stagione”: apprezzare le piccole gioie di ogni giorno per sperare ancora: “Voglio solo respirare ogni istante della vita che ho” è un brano pop semplice e immediato di sicuro effetto...

“Indagine su un sentimento”: un groove funky lievemente jazzato e “Noi non possiamo scegliere che fare di un amore anche se è impaurito e ha perso ogni fiducia sarà solo l’amore che sceglierà per te e ti porterà dove vuole…”

“Re Lear”: “Cuore mio stupido fatto di pietra rinchiuso in un eremo d’oro dalla mia vita inutile e mera ho escluso il mio solo tesoro” ballad solenne e diradata, con stavolta nessuna sostanziale apertura melodica...


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