Nicolò Carnesi in “Ho una galassia nell’armadio” indaga “la fisica dei sentimenti” analizzando le relazioni con metodo scientifico, dove tra dualismi e dicotomie a risultare vincitore è il candore della voce di Nicolò e il suo sguardo analitico e lucido. Il pop anni ’80, la new wawe, senza dimenticare l’aspetto folk, sono i principali riferimenti musicali di un album coeso e omogeneo, dove si sente la mano di Tommaso Colliva e che conferma il talento del nostro in special modo per l’intelligenza della scrittura tra giochi di parole, citazioni e frasi decisamente ad effetto. “Ho una galassia nell’armadio” che è stato suonato quasi interamente da Nicolò, vede inoltre una nutrita schiera di prestigiosi ospiti: Antonio Di Martino, i Selton, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo:
“Ho una galassia nell’armadio”: “la stupidità mantiene in equilibrio il pianeta, lasciamo le idee giù in cantina, meglio la democrazia del vivere e lo credo bene siamo andati a male, siamo solo cellule in continua collisione”mood evocativo ed etereo di stampo anni ’80 con stop and go nel ritornello
“Il disegno”: siamo su territori new wawe col basso in evidenza nella strofa per un ritornello altamente convincente e i synth nella seconda parte a reggere il bridge: “dipingo una stanza da abitare disegno anche te ma non so disegnare quindi tutto mi riesce male quindi meglio cancellare”
“L’ultima fermata”:”l’ultimo ballo di quel film ti ha sempre confusa, ti ha sempre commossa come io non saprò fare mai” i giri calano, l’atmosfera è morbida e sospesa colorata dai synth per un ritornello suggestivo:”ma si prendiamoci in giro ancora un altro po, non mi ricordo più se si parla di noi o soltanto di idee se ne esistono più aiutami tu a uccidere i fantasmi che ci portiamo in tasca”
“La grande fuga di Alberto”:“niente di paranormale mi pare normale parlarsi mi pare un po’ strano sbagliare dimensione spazio temporale” è Einstein l’Alberto in questione una delle ispirazione dell’intero album, per un brano che ha un ottima costruzione armonica e un arrangiamento che vive sull’alternanza di toni e ritmi
“Numeri”: “equazioni non ne ho siamo solo numeri non ci sto spero che tu capirai che i conti non tornano mai e che i risultati non hanno a che fare con noi” ballad folk intima e suggestiva col pianoforte che si prende la scena
“Proverbiale”: “canta ragazzo che l’erba cresce e la fumi pure e la felicità la trovi in farmacia, tra vita e morte c’è di mezzo uno stato neutrale ma non è la Svizzera” godibile filastrocca con le ritmiche in levare col ritornello dilatato e sinuoso, uno dei brani più vicini al primo Carnesi: “noi voliamo basso noi coi nostri sentimenti da discount che siamo bravi a consegnare alla migliore offerta qual'è la tua?”
“Cassandra”: brano folk pop con ritornello arioso ad ampio tasso melodico: “e chissà dove vanno a finire tutte queste storie tutte le parole tutte queste vite che ci affanniamo a far girare”
“Illuminati”: critica all’uso alienante dei media dalla tv ai social, incalzante e trascinante con un piglio post punk minimal nella strofa cantata “alla Rino Gaetano”che si stempera nel falsetto del ritornello sospeso: “ come mai come mai tutto va a puttane come stai come stai non è la parola chiave”
“Gli eroi non escono il sabato”: brano pop etereo, dove a farla da padrone è l’ottima variazione di toni e atmosfere, coi synth ben presenti : “dove è notte profonda lasciamo che l’alba ci faccia da madre”
“La rotazione”:”c’è da qualche parte un amore che uccide gli inverni” il primo singolo estratto è anche quello che chiude l’album, marziale e suggestivo in un continuo crescendo: “c’è da qualche parte una lacrima che cambia gli eventi”
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