"La Visita" di Angela Kinczly è un album dai toni lievi e delicati che ha il dono della piacevolezza nel saper costruire atmosfere intime, fatte di melodie leggere e non banali e arrangiamenti essenziali. Quello che manca in un lavoro con pochissime sbavature è a nostro modo di vedere "la sorpresa", il colpo da maestro per passare "da piacevole a irresistibile" andando oltre una struttura easy pop comunque elegante e di classe.
Dopo l'intro a tinte psichedeliche di "Errando", arriva la morbida e avvolgente "L'uomo che non c'è": "non sparare siamo ombre, non sparire come niente"; si prosegue con "Lucciole" che ha un arrangiamento scarno per un folk delicato impreziosito dal pianoforte "perchè aspetti come me di sorprendere le lucciole e tornare a dire così finisce tu resti e lui va via"; si passa a l'andamento ipnotico di "Verde Mistico": "anche io vorrei rincorrere il tempo e non rimpiangere niente, neanche un minuto con te" e a l'arabeggiante "Mercoledì no movie" coi fiati in evidenza; "Un modo per": dalla strofa incalzante jazzy che si distende sulla melodia del ritornello a dire il vero un pò scontata: "Non c'è un modo per spiegarti che qualcosa che chissà se c'è chissà dov'è"; decisamente migliore il risultato con"Orologi liquidi": dal testo poetico e variegata, con un buon lavoro della sezione ritmica: "Ci sono case ai confini del cielo e lunghe mani salutano piano fino all'ultimo sguardo e c'è una strada senza fine e noi distesi al tramonto controvento"; ariosa e gradevole "Sabato": "dubito che un abito sia sintomo di tutti i miei guai"; gli arpeggi di chitarra sono i protagonisti della breve e intensa strumentale "Nick and Joni"; intensità che trova il suo apice in "Un giorno di settembre": minimal e preziosa:"tu resti sempre qui tra ombre e luce in ogni dove senza parole". Chiude l'album l'eterea "Volerò": "...e tu non mi vedrai sui ricordi tuoi senza chiederti tutti quei perchè dei pensieri miei"
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