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“Sapevo già come era fatto tuo padre? Sapevo già quanto avremmo
litigato? “
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“Probabilmente no”
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“Credo di si invece, l'ho sempre saputo... è solo che non ci
facevo caso”
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“Io credevo di piacerti come sono”
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“Mi piaci come sei”
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“Perchè ho la sensazione di essere stato a cena con la mia ex?”
“Non
dico altro”, titolo originale “Enough
Said”, è un film della regista Nicole Holofcener che verrà
ricordato sicuramente per essere il film postumo dell'attore James
Gandolfini, lo storico Toni Soprano, morto d'infarto in Italia,
proprio la terra da cui ha origine la sua famiglia. In realtà è una
commedia che vale la pena vedere perchè ha spunti interessanti. Eva
(Julia Louis Dreyfus, già protagonista del telefilm Seinfeld) è una
massaggiatrice, divorziata da anni e con una figlia, Ellen, (Tracey
Fairaway) abbastanza introversa che sta per partire per l'Università.
Una sera, in una festa mentre “nessuno degli uomini presenti
la attrae”... incontra Albert (James Gandolfini), che lavora in un
archivio-biblioteca sulla storia della televisione, con una figlia,
Tess (Eve Hewson) anch'essa in partenza per l'Università. I due si
scambiano i numeri di telefono ed iniziano un rapporto non
ascrivibile ad una precisa categoria. Nel senso che Albert non è
certo un Adone, ma Eva ne è attratta perchè lui la fa ridere ed il
loro rapporto è sin da subito molto confidenziale. Quando Eva
incontra una poetessa, Marianne (Catherine Keener), interessata non
solo ai suoi massaggi ma anche alla sua amicizia, si accorge che la
donna ha un ex marito alle spalle piuttosto “ingombrante”. La
nuova amica però, avrà un'indiretta cattiva influenza su di lei che
la metterà in crisi e le farà dubitare il suo rapporto con Albert.
Una storia che ricalca molto la realtà di coppia, anche nei dialoghi
abbastanza serrati e un po' frivoli... d'altronde il più delle volte
è così, anche se in un film del genere ci si aspetta uno snodo
narrativo, un'evoluzione che qui non c'è, anche se al di là di
tutto il film si lascia vedere con piacere.
E' chiaro che alla regia
c'è un tocco femminile. Soprattutto nella scena del
ragazzo che aspetta la protagonista in cima alle scale e solo alla
fine del film e solo su preghiera di Eva, la aiuta a salire il
pesante materasso. A corollario, il vivere la separazione in senso
lato, due figlie diverse tra loro ma entrambe complesse, mentre
un'amica di Ellen, Chloe (Tavi Gevinson) trova in Eva la figura di
una madre che ha... ma che è più coetanea che altro. Quello delle
solitudini che si incontrano non è un tema nuovo nei film degli
ultimi anni. Possiamo citare ad esempio “Il lato positivo” o “Il
mondo di Arthur Newman”, dove al contrario di “Non dico altro”,
la solitudine è vista come follia, nevrastenia, è vissuta con
drammaticità e l'unico punto che hanno in comune con il film di
Nicole
Holofcener (che tra l'altro ha anche diretto delle puntate di “Sex
& the City”) è la solitudine di due persone che viene
combattuta stando insieme. Interessante anche il cast che, oltre alla
Dreyfus – che con con questa interpretazione si è aggiudicata una
nomination ai Gonden Globe come Migliore Attrice in un Film Commedia
– annovera attrici come Catherine Keener che si è sempre distinta
nel cinema indipendente, l'attrice di “About a boy” Toni Collette
e tre giovani e promettenti attrici: Eve Hewson, figlia del cantante
Bono degli U2, Tracey Fairaway, un debutto sul grande schermo per
lei, e Tavi Gevinson, giovane blogger di moda conosciuta ed
apprezzata in certi ambienti dello spettacolo.
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