Saluti da Saturno - Shaloma Locomotiva



Ascoltando l'ultima creatura di "Mirco Mariani" e soci ovvero i "Saluti da Saturno", l'accostamento con gli Italian Song Book di Morgan viene quasi naturale e senza voler essere irriguardosi nei confronti di questo ultimo, bisogna sottolineare come "Shaloma Locomotiva" abbia un approccio totalmente differente alla stessa materia, che è la riscoperta di grandi canzoni del passato. Per spessore siamo più vicini ai Fleur di Battiato ma dove il rischio in operazioni del genere è dato dall'equilibrio tra rispetto e innovazione e possibilmente la capacità di aggiungere "altro" sia significato "magari" che una semplice sensazione, ebbene, i nostri riescono appieno nell'intento e nella totalità delle tracce, ricche di suggestioni e cariche di sotto testi specie musicali a suggerire stati d'animo e nuovi angoli, cosa dove neanche il "Maestro Battiato" aveva quanto meno osato fino in fondo. Sperimentale e poetico, l'album si apre con la title track: "Shaloma Locomotiva" che è anche l'unico brano inedito scritto da Mirco Mariani per l'occasione, dove nella sua breve durata si ha una sensazione netta dello scorrere del tempo e del suo movimento perpetuo; si continua con la poesia di Sergio Endrigo con "La rosa bianca" un vero e proprio "gioiello oscuro"; ecco così arrivare una versione di "Baciami tanto/Besame Mucho" di Consuelo Velasquez, con una ritmica trascinante, dal mood opportunamente "disturbato" per così dire; che lascia il posto alla delicata e malinconica "Ciao mare" di Raoul Casadei per un tuffo dolceamaro nei ricordi di fine estate. "Sassi" è forse la rilettura più affascinante, il celeberrimo brano di Gino Paolo è reso allo stesso tempo in maniera raffinata, con estrema classe, ma è anche assolutamente moderno, con un interessante sezione ritmica e sono più che appropriati i vari inserti strumentali."Romagna mia" immersa in rumorismi free jazz è quanto di più lontano dalla versione di Casadei ma è la summa di quell'"altro" da ricercare a cui accennavamo all'inizio. "Il tango delle capinere" ispirato dall'interpretazione di Claudio Villa porta letteralmente fuori dal tempo; segue il chacha de "La Paloma Azul", brano tradizionale messicano, con testo originale di Mirco Mariani: "percorro la strada che porta con se il profumo del nostro amor". Il brano di Lucio Battisti: "Io vorrei non vorrei ma se vuoi" è reso ottimamente nelle sfumature di toni e atmosfere nella strofa e si mantiene rispettoso nel ritornello dando ampio sfogo alla bellezza della melodia. E dulcis in fundo: "Io che amo solo te", ancora Sergio Endrigo omaggiato, dove più che di versione eterea si può parlare di una versione addirittura "celestiale".

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