Sibirka - Farlena


Indie contaminato di rock e viceversa. Questa la primissima impressione di "Farlena", il primo album dei Sibirka, una giovane e promettente band siciliana, che firma questo lavoro discografico per l’etichetta Areasonica Records. Dieci tracce energiche e sciolte in un buon amalgama, mai superficiale bensì diretto, nella forma e nella sostanza.
Il brano di esordio del disco, "Tempeste invisibili", miscela synth a suoni elettrici, esposti con dovizia e ricerca musicale. Segue "Paranoia", un ostentato di chitarre intrecciate e suoni cupi, gemello minore della traccia uno, specie nella composizione ed esposizione dell’ultima parte del testo. "La complicità" ha una giusta carica armonica ed il riff di chitarra ben collocato, la stesura testuale è lineare anche se le strofe peccano di troppa libertà stilistica nei confronti delle soluzioni ritmiche e metriche. "Eleonor & Kevin (Una Storia Sporca)" è un buon brano, anche questo ci porta in un ambiente cupo ma diretto, vuoi per una traccia vocale tendente al megafonico (con sovraincisioni studiate ed efficaci), vuoi per i trenta secondi di cambio di tempo sul finale, per poi tornare ad assestarsi e chiudere in uno strumentale. "Farlena" seda gli animi agitati della prima parte del disco, e per certi versi lo chiude; una via di mezzo tra una ballad e un brano indie, il brano cresce e anche il testo, intimista e ricercato, evoca uno stato di smarrimento generale. Interludio del disco è "L’uomo che non c’era", brano interamente strumentale, audace incipit di una nuova sezione del disco, più sognante e riflessiva.

E’ infatti con "Delay" che conosciamo i Sibirka più intimi, smarriti tra l’assenza di vie di fuga e la presenza instabile di un nocchiero, che sia una stella, un sogno o la vita stessa. Ritornano le chitarre ad intrecciare armonie in "Willy Wonka", dove i cori sono forse troppo lontani e poco convinti, allo stesso modo del brano nel suo insieme, lontano dalla qualità stilistica delle prime due tracce. Le ultime due tracce, "Il sogno" e "Zaros", così lontane e vicine, un po’ anacronistiche, aggressive ma allo stesso tempo emozionali, nel tempo, nei cambi, nel gusto estetico, chiudono un disco grintoso ed energico con echi malinconici ed intimi. In conclusione, sorprende, vista l’età media della band, la ricerca di un’alternativa alla forma-canzone classica, quella del ritornello dopo la strofa, quella del giro armonico facile. Invece è apprezzabile la sperimentazione stilistica in questo primo lavoro. C’è da aspettarsi molto dal prossimo lavoro dei Sibirka, intanto godiamoci "Farlena".



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