"Hai tutto il mondo di fronte a te, ma stai andando in
un posto in cui assolutamente non dovresti andare".
Virile, esagerata, passionale, questi sono senza alcun dubbio
alcuni degli aggettivi per definire al meglio la serie della Cinemax,
"Banshee", che è arrivata alla terza stagione senza intoppi, essendo
una delle serie più viste di sempre del network fratello della HBO. La serie,
partita l'11 gennaio 2013, è arrivata il 10 aprile scorso sul nuovo canale a
pagamento Sky Atlantic. Ogni stagione composta da dieci episodi ci narra la
storia di una piccola città della Pennsylvania, piena di intrighi, corruzione e
criminalità. Già di per se stesso è alquanto singolare ma anche intrigante che
una cittadina che ospita così pochi abitanti sia allo stesso tempo così
stracolma di avvenimenti criminali tanto da far invidia ai peggiori quartieri
di Miami. In particolare "Banshee" ci racconta la storia di un uomo
con un'identità sconosciuta, interpretato da Antony Starr, che dopo quindici
anni passati in prigione, per una rapina finita male, torna in libertà.
Da subito decide di rintracciare la donna che ha lasciato
quindici anni prima, che amava, sua amante e anche complice dei sui crimini,
Ana (Ivana Milicevic). Nello stesso tempo è inseguito dagli uomini del boss
criminale che quindici anni prima aveva tentato di rapinare, ma da cui riesce a
fuggire. Le ricerche lo portano a Banshee e qui scopre che Ana ha cambiato
identità, è diventata Carrie Hopewell ed è sposata con il procuratore
distrettuale Gordon Hopewell (Rus Blackwell). Arrivato a Banshee si trova
invischiato in una sparatoria in cui rimane ucciso il nuovo sceriffo della
città, Lucas Hood, che a sua volta era appena giunto nella cittadina e che
quindi non conosce nessuno. Così, decide di rubare l'identità del nuovo
sceriffo, facendosi aiutare nell'impresa dall'hacker informatico transgender,
Job (Hoon Lee) che si introdurrà negli archivi informatici della polizia per
creare l'identità falsa al suo amico. A sua volta, Job, sarà costretto a
scappare perché ricercato dalla malavita e finirà anche lui a Banshee. Qui,
Lucas, scoprirà che la città è assediata da un potente uomo d'affari che svolge
il suo lavoro senza badare alle leggi e alle regole, Kai Proctor (Ulrich Thomsen).
Sesso ed omicidi sono all'ordine del giorno in questa serie della Cinemax che
sembra un poliziesco come tanti, ma il semplice fatto di non essere un
procedurale è già un vantaggio, forse l'unico.
La storia, che dopo il pilot si fa un po' piatta e scarna di
avvenimenti, negli ultimi episodi cresce fino a raggiungere un finale di
stagione pieno di colpi di scena che lasciano gli appassionati in sospeso. Gli
ideatori sono David Schickler e Jonathan Tropper, alle prime armi nel settore
seriale e si vede. La scelta di Antony Starr che all'apparenza sembra il
classico belloccio senza spina dorsale, comunque si rivelerà poi azzeccata per
la crescita non solo del personaggio, ma anche della trama. Tutto ruota intorno
a lui ed è forse l'unico elemento per così dire “decente” del settore
attoriale. La recitazione di tutto il cast, infatti, è sempre un po' forzata e
i dialoghi sono spesso pregni di luoghi comuni. Tra i produttori esecutivi
troviamo Alan Ball ("True Blood") e le musiche sono dei Methodic
Doubt, che creano anche la sigla iniziale che è una degna ouverture dei vari
episodi. A conti fatti "Banshee" non è di certo un capolavoro. E'
fondamentalmente un insieme di idee diverse che sono state messe assieme… ma
non sempre molto convincenti. Si può incappare nell'errore di divenire
un'accozzaglia di roba che alla fine portano ad un risultato
"debole".
"Banshee" quindi rischia sempre di cadere in questa
trappola. Tende a camminare su quel filo del rasoio tra l'essere un telefilm di
qualità o solo una serie qualunque. “Banshee” sta proprio lì al centro. Tra
l'altro, il telefilm ha anche un titolo abbastanza fuorviante, perché molti
credono che la serie parli delle creature leggendarie che si chiamano appunto
Banshee e che sono degli spiriti femminili perennemente tristi che, secondo la
leggenda, si annidano nelle zone della Scozia e dell'Irlanda del Nord, ma non è
così. Niente di tutto ciò, niente fantasy o paranormale (ci mancava solo questo).
Nella serie della Cinemax è tutto reale, alle volte fin troppo cruento e
sanguinolento, ma è forse proprio questo il punto di forza di
"Banshee", il fatto che non sia una serie per tutti. Non manca niente:
sangue, violenza, sesso, esposizione dei corpi, intrighi, mafia, rapimenti,
sparatorie, scambi d'identità, e chi più ne ha più ne metta. Quindi alla fine
risulta tutto eccessivo e quasi stancante. "Banshee" si può
semplicemente definire: una soap opera al maschile, una "Beautiful"
versione crime.
Personaggi e doppiatori:
Lucas Hood (Alessio Cigliano)
Carrie Hopewell (Alessandra Korompay)
Job (Nanni Baldini)
Gordon Hopewell (Alberto Angrisano)
Kai Proctor (Stefano Benassi)
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