Italia, buona la prima ma...

Mario Balotelli

Dopo il 2-1 sull'Inghilterra di Roy Hodgson, vecchia conoscenza mai rimpianta del nostro calcio, di un Rooney "stella appannata" e di tanti interessanti giovani virgulti ma senza esperienza internazionale... abbiamo assistito "all'allestimento del carro per così dire, dei vincitori di giornata" con tanto di esaltazione di Cesare Prandelli e ovviamente di Super Mario Balotelli. A caldo forse è giusto così, grandi azzurri in splendida forma fisica mentre gli inglesi finivano coi crampi, eccelso il mister che si è inventato una squadra di palleggiatori, immenso il killer Mario, rapace dell'area. Ma a freddo, è bene analizzare più nel dettaglio e a rischio di farla fuori dal vaso, dire secondo il nostro modo di vedere, le cose come stanno. 

Cesare Prandelli

I meriti di Prandelli come da lui stesso ripetuto stanno nell'aver recepito la lezione della Confederetion Cup e aver puntato sulla capacità di recupero dei giocatori, contro il caldo e il campo... francamente temibili e aver portato a casa il risultato col minimo sforzo, pochissime le azioni da goal dei nostri a tal riguardo e aver fatto leva sull'esperienza maggiore rispetto agli inglesi e sulla buona sorte, del resto se hai così poche occasioni (e lo sapevi dal principio visto come hai impostato la partita) devi metterla dentro al primo tentativo e qui vale la freddezza di un isolato Balotelli. Di contro, bisogno rimarcare come il mister si sia quasi divertito a metter fuori ruolo la maggior parte dei giocatori, esponendoli a figuracce, vedi per emergenza De Sciglio, Chiellini, il caso più lampante, per timore della furia inglese, impostando una squadra sostanzialmente con cinque difensori, perchè De Rossi di fatto è stato a far legna davanti la difesa e Marchisio e Candreva hanno agito più da mezzali che ali di un ipotetico tridente offensivo, dove il solo Balotelli è stato costretto a fare a sportellate con chi gli capitasse a tiro.

A sinistra Antonio Conte. A destra Gabriel Paletta

La forzata coesistenza tra Pirlo e Verratti ha fatto il resto, limitando il primo e confondendo il secondo, il buon (nel Parma) Paletta preferito ai più rodati Bonucci e Ranocchia, è ad oggi la scommessa/mistero di cui fatichiamo a venirne a capo. Perchè se il torinista Darmian, altro esordiente, ha dimostrato sin da subito qualità da veterano, il parmense è incappato (era già successo nelle amichevoli) in un'altra prestazione sconcertante, come la sua capigliatura del resto che ricorda l'Antonio Conte pre trapianto. Tornando seri ci appare evidente come questa nazionale non sia propositiva e faccia di necessità virtù a causa di un modulo che prevede un centrocampo fitto e denso, di palleggiatori, col solo De Rossi a interdire ma relegato sulla posizione dei difensori, con Balotelli che deve necessariamente far salire la squadra e favorire l'inserimento dei centrocampisti in special modo di Marchisio e Candreva. 

Claudio Marchisio e Daniele De Rossi

Detto questo, è appunto il modulo a non convincerci e non stiamo chiedendo le due punte (anche perchè a Prandelli potrebbe venire un coccolone) ma quanto meno un Cerci, (Insigne sarebbe troppo offensivo evidentemente) con Marchisio riportato al suo ruolo naturale in una mediana a tre con buona pace di Verratti... in panchina da vice Pirlo, non è Montolivo del resto, Cesare se ne faccia una ragione... con tutto il tritacarne dei campioni che per forza di cose devono e possono giocare assieme e in ultima analisi, la più importante forse, la difesa a tre anche se proprio non piace, (così come Bonucci e anche se De Rossi in pratica ci ha fatto un Europeo nel ruolo) e Abate lo si è portato non si sa bene per quale motivo, ma Paletta non è all'altezza, è evidente, ancor di più se fa ritornare Chiellini terzino sinistro e in virtù di un Barzagli non pienamente in forma, forse è l'unica soluzione percorribile. Riportare i giocatori nei propri ruoli di club, far compagnia a Balotelli e denotare più coraggio in generale, queste ci sembrano le priorità, perchè nonostante la vittoria non si può far finta di niente ed esaltarci fondamentalmente senza motivo. 

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