Germania sul tetto del mondo... 24 anni dopo


Si infrange a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare il sogno di Leo Messi e compagni, troppo forte questa Germania e il goal di Mario Gotze premia il cammino intero della squadra più che la singola partita finale. Proprio così, perchè l'Argentina fornisce la sua miglior prestazione quanto meno nelle eliminazioni dirette, superiore per occasioni da goal alla solidità tedesca che comunque non viene meno. E' stata una buona gara, giocata a buon ritmo e senza paura, ricca di soluzioni tattiche ma anche di sano agonismo, a differenza della soporifera semifinale Argentina-Olanda, che premia alla resa dei conti la squadra migliore ripetendo il copione dei mondiali sudafricani, quando il goal di Iniesta arrivò anche esso quasi allo scadere e dopo una precedente occasione fallita da Robben per gli orange, qui a fallire è stato invece Palacio che si fa ipnotizzare da Neuer che certifica il suo status di miglior portiere del mondo da almeno un paio d'anni.


L'Argentina ha di che mangiarsi le mani anche per Higuain e Messi che gettano al vento due occasioni d'oro, per troppa fretta il primo, per troppa tensione il secondo che non riesce ad assestare il suo sinistro chirurgico all'angolino. I malori intestinali del non più giovane Messi non hanno niente a che spartire coi malanni del Ronaldo di Francia-Brasile, ma sono una spiegazione più che valida al peso enorme che la pulce si è portato sulle spalle in questo mondiale, che lo ha visto sicuramente protagonista, al punto che gli hanno consegnato l'amaro titolo di giocatore più forte del torneo (un pò una beffa, anche perchè altri meritavano il pallone d'oro a nostro avviso), ma che lo consegna ancora una volta sotto "il profeta" Maradona, che per lui e il suo popolo, aveva pronosticato ben due goal e ovviamente la vittoria mondiale. Ma l'Argentina, inutile nasconderlo, poteva contare su un'esperta difesa, su un centrocampo di intenditori dove il solo Mascherano fa davvero la differenza e su un attacco spuntato, dalla defezione di Di Maria e dai malanni di Aguero... oltre ovviamente a un Messi che col crescere della competizione, ha visto scadere la sua forma fisica e aumentare drasticamente la tensione emotiva, facile dire adesso, viste anche le altalenanti prestazioni di Higuain e Lavezzi che un Carlitos Tevez sarebbe servito eccome, ma come si sa, ufficiosamente o meno, è stato proprio Messi a porre il veto alla convocazione dell'apache.


La Germania invece non ha aveva punti deboli neanche sulla carta e nonostante avesse dovuto rinunciare in partenza al talento di Reus, è partita prima col modello Guardiola, senza centravanti fisso e l'inesauribile Lahm in mediana, contando su una difesa impeccabile, sorretta da due fuoriclasse come Neuer e Hummels e la classe di Muller in avanti, per assestarsi su modelli più semplici ed efficaci, risultando meno spettacolare ma più incisiva, aggiungendo forza in mediana con Khedira e Schweinsteiger e anche lanciando l'ottimo Kramer, a sostenere gli inserimenti di Kroos, con il vecchietto Klose in avanti, un Lahm riportato sulla destra difensiva e un ruotare di seconde punte come Andrè Shurrle (il dodicesimo uomo perfetto) e Gotze, assolutamente decisivi, entrando dalla panchina quando i ritmi si abbassavano inesorabilmente. Onore dunque ai tedeschi, solidi, spietati, cinici, come da tradizione, ma anche per lunghi tratti, belli da vedere, onore agli argentini che sono riusciti comunque a non far vedere le differenze tra le due formazioni e hanno sfiorato l'impresa. Riflessioni a margine sull'intera manifestazione partendo dalle finaliste, ci dicono sostanzialmente che la Germania oltre che a vincere con merito ha tutte le carte in regola per farlo ancora, visto la giovane età dei suoi protagonisti principali, che Leo Messi ha quanto meno un altro mondiale, se non due, per entrare definitivamente nel cuore degli argentini, ma che ha bisogno di una nuova squadra necessariamente visto appunto il discorso anagrafico.



Andando indietro in classifica, è evidente come l'Olanda abbia perso la sua grande occasione, visto che il suo trio di punta (Van Persie, Robben, Sneijder) è giunto agli sgoccioli e le potrà garantire un buon europeo forse, mentre il Brasile è da ricostruire inevitabilmente, ma qui il talento "giovane" tra Neymar, Oscar e Thiago Silva non manca. Ottime prospettive ha la Francia, che potrebbe nel tempo seguire per l'appunto il modello tedesco e aspettare la definitiva crescita delle sue giovani stelle, così come la Colombia, peccato davvero per non aver potuto ammirare la classe e la potenza di Falcao, in prospettiva il progetto forse più interessante. Possono crescere e di certo lo faranno, Cile e Belgio, perchè hanno nello fila fuoriclasse e ottimi prospetti. Le grandi delusioni sono state in ordine di aspettative, la Spagna, che ha mollato quasi fisiologicamente dopo anni di dominio assoluto e che ha comunque ricambi già pronti per il gruppo storico, ovviamente l'Italia, che è invece ad oggi, un'assoluta incognita per il futuro visto i pochi talenti in circolazione e l'ineluttabile passaggio di consegne, ma che per tradizione si è sempre esaltata nelle difficoltà e l'Inghilterra che è stata fatta fuori con una squadra di giovani leve e che è appunto all'inizio di un ciclo. Fra quattro anni, in Russia sapremo, sperando da Italiani che la regola dei ventiquattro anni che ci accomuna a Brasile e Germania svanisca. 

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