Il “Marsala Jazz
Estate”, dopo la prima serata “contaminata” e “free” con
Ettore Fioravanti e la sua band “I Traditori” ha proposto un
altro concerto di grande livello virando verso i suoni classici delle
big band anni '40, '50 e con gli standard jazz dell'epoca rivisitati
per l'occasione dal maestro Bruno Biriaco e dai Saxes Machine, una
mini orchestra composta dalla sezione ritmica e dai fiati che non si
è risparmiata, nell'ensamble, di regalare assoli e di entusiasmare
il pubblico presente al Complesso Monumentale San Pietro, un ex
convento adattissima location per l'evento. Il maestro Bruno Biriaco,
con la sua esperienza ultra cinquantennale, ci ha fatto tornare nei
locali del tempo, quando la musica di New Orleans nacque, a Dizzy
Gillespie, Duke Ellington, Jimmy Jouffrè, Nick La Rocca.
Rievocazioni “non nostalgiche” per carità, ce lo ha detto
nell'intervista rilasciataci poco dopo il sound check lo stesso
Biriaco e ne abbiamo avuto conferma nel corso del concerto. Con lui
sul palco un'orchestrina formata da titani della musica italiana, per
farvi qualche nome, Gianni Oddi, famoso sassofono solista di Ennio
Morricone, Massimo Moriconi, bassista prediletto di Mina, Gianni
Savelli che suona in tour anche con Cocciante, Vanoni ed altri
artisti pop-rock (Barbarossa, Rei, ecc.), Stefano Sabatini, raffinato
pianista che ha iniziato nei Kaleidon con Tony Scott, poi con Boltro
e con i più grandi musicisti internazionali. Ma Biriaco tra un pezzo
e l'altro, ha anche regalato oltre 50 anni di carriera, di chicche
(“Saint Thomas è il primo brano che proposi quando nacque la
band”), discutendo di musica (“Il jazz sviluppa un concetto
verticale della musica”) annunciando anche una news: la Sony
dovrebbe ristampare un disco dei Perigeo che darà vita, perchè no,
anche ad una reunion per l'occasione. Abbiamo incontrato Biriaco ed
abbiamo fatto una bella chiacchierata con lui.
Oltre 50 anni nel
mondo della musica e del jazz in particolare, ne ha visto il
cambiamento e l'evoluzione. Oggi in che “stato” si trova il jazz
in Italia?
Oggi per fortuna si
esprime attraverso grandi professionalità, una volta era una musica
di appassionati e dilettantistica ma ora il contingente di musicisti
preparati è vasto e conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
“Marsala Jazz
Estate” è un evento che si propone di riportare, dopo anni, il
jazz in una città che ne ha vissuto il “lusso”, con grandi
personalità che hanno calcato i palchi della moderna Lilibeo.
Bisogna puntare su eventi come questo?
E' un onore per me
essere presente ad una manifestazione del genere viste anche le
difficoltà che ci sono su questo fronte professionale. Mi piace
l'esperienza anche perchè sono per parte siciliano, mio padre era di
Catania, quindi so che il pubblico siciliano è critico ed esigente,
per cui è uno stimolo in più.
Cosa ascolteremo
questa sera, sul palco di questo ex convento molto suggestivo, con
quella che si può definire una vera e propria mini orchestra?
I
Saxes Machine sono un gruppo che sintetizza le sonorità delle big
band di una volta, composti da una sezione ritmica e dai fiati che
faranno ascoltare il repertorio classico del jazz, gli standard non
solo in chiave nostalgica. Pochi musicisti sono in grado di
affrontare un repertorio così impegnativo: da Thomas a Ellington, da
Jouffrè a Gillespie. Nel gruppo ci sono delle colonne: Gianni Oddi,
Massimo Moriconi, Stefano Sabatini. Faremo anche pezzi originali nati
nel '78 con il disco “Nouami”. Insomma, una piccola “big band”
formata da grandi musicisti italiani, molti di fama mondiale, un
gruppo formatosi dopo la fine del Perigeo, il mio gruppo.
Lei
è qui anche per dei seminari in cui insegna a circa 18 ragazzi la
Musica d'Insieme. Quanto è importante valorizzare i giovani artisti
e come si può puntare su di loro?
Sul piano professionale cerco di dare informazioni ai ragazzi che
possano aiutali sul piano tecnico-musicale, cosa che una volta per
noi era difficile trovare. Oggi c'è una realtà che penalizza la
cultura e non si dovrebbe, perchè la cultura è aggregazione,
comunicazione, organizzazione, non investire sulla cultura è
pericoloso e poi oggi abbiamo tantissimi talenti.
Di esperienza ne ha tantissima e ha incontrato e collaborato con i
più grandi musicisti internazionali. Qual è l'incontro della sua
vita o il momento che ricorda con particolare affetto.
Sicuramente sul piano musicale
sono due: il primo con il Perigeo e l'esperienza importantissima con
la casa discografica RCA e tanti sogni realizzati. Il secondo è aver
aperto, proprio con il Perigeo,
il concerto dei Weather
Report, padri del jazz fusion, come band di supporto. Ma abbiamo
suonato anche con Johnny Griffin, George Coleman.
Quali
saranno i prossimi impegni che la attendono?
Suonerò
non solo con i Saxes Machine ma anche su altri fronti. Mi attende un
bel concerto con la mia grande orchestra, Galaxy Big Band, più
estesa dei Machine a livello strumentale, suoneremo al Teatro
Petruzzelli di Bari per la stagione concertistica 2015, una delle più
importanti del Sud Italia.
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