The Leftovers


"The Leftovers" non è il classico telefilm della HBO che travolge ed appassiona, "The Leftovers" è un fantasy, precisamente è stato definito un mistery-drama, con un pizzico di thriller. Ma andiamo con ordine e poniamoci alcune questioni. Il 2% può essere un nulla alle volte, ma se lo rapportiamo alla popolazione mondiale, il 2% di sette miliardi di persone diventa una cifra enorme. Il 14 ottobre del 2011 infatti, proprio il 2% della popolazione mondiale scompare nel nulla. Una mamma con un neonato sta facendo compere in una farmacia, il bambino sta piangendo e la mamma parla al cellulare. Quando arrivano in macchina la madre lo mette sul seggiolino, si mette al posto di guida e mentre il bambino è ancora in lacrime, la madre gli dice: "Stai tranquillo... stiamo tornando a casa". Poi il pianto cessa. La mamma si volta verso il seggiolino ed il bambino non c'è più... nello stesso istante, nello stesso parcheggio della farmacia un altro bambino cerca a squarciagola la figura di suo padre che improvvisamente svanisce nel nulla. Ed è proprio questo il titolo del pilot di "The Leftovers": "Svaniti nel nulla", la nuova serie della HBO che è già di per se, come sempre, simbolo di qualità, ma che in questo caso non lascia il segno, non morde e rimane a tratti deludente. All'interno di "The Leftovers" troviamo un po' di tutto... quel tutto che finisce inesorabilmente per crollare. E' una serie a tratti un po' noiosa e nel suo aspetto prettamente drammatico risulta un po' melensa e ripetitiva. Spiegare la trama di questo serial è già di per se un'impresa, ma ci proveremo.


L'incipit raccontato è solo la piccola parte del prologo. In realtà la serie parte tre anni avanti nel tempo. Il 14 ottobre del 2014. Com'è cambiata la vita delle persone coinvolte in queste sparizioni improvvise e senza senso? Alcuni danno la colpa a Dio, alla religione, altri agli alieni. In realtà tre anni dopo è ancora tutto così incasinato, che nessuno comprende, nessuno capisce ancora cosa sia effettivamente successo e nessuno sa dare delle risposte valide. Ci troviamo a Mapleton e la famiglia Gravey è il centro da cui poi si dipanano le storie correlate. Kevin (Justin Theroux), capofamiglia e capo della polizia, che non distingue più tra sogno e realtà, colpa di continue allucinazioni che lo colpiscono sia durante il giorno che la notte. Vive con la figlia Jill (Margaret Qualley), ma ha anche un altro figlio, Tom (Chris Zylka), che ha però trovato rifugio in una specie di casa famiglia guidata da un tizio che si fa chiamare "Santo" Wayne Henry Gilchrest, interpretato da Paterson Joseph, che dice di riuscire a salvare tutti con il suo abbraccio. La moglie di Kevin, Laurie - interpretata da Amy Brenneman, già protagonista di "Giudice Amy" e "Private Practice" - dopo la catastrofe di tre anni prima ha deciso di entrare a far parte di una setta. Una setta "silenziosa", che dialoga solo attraverso la scrittura, in cui sono tutti vestiti di bianco, ma non si capisce realmente cosa vogliano o quale sia il loro obiettivo. Laurie ha subito un trauma più profondo rispetto agli altri: in quel famoso 14 ottobre a sparire fu il bambino che portava in grembo. Alla loro famiglia si unisce il reverendo Matt Jamison (Christopher Eccleston), la cui chiesa verrà venduta al migliore offerente perché di religiosi in giro non ce ne sono più. 


Nessuno va più la domenica a messa, perché nessuno crede più in una divinità superiore. Durante quel fatidico giorno, fa un incidente stradale e la moglie rimane in stato vegetativo. È impegnato nella diffusione di volantini e manifesti dove cerca di dimostrare che i dipartiti non erano delle belle persone e che quindi Dio ha fatto una cosa buona e giusta. Fa qualsiasi cosa per contrastare la setta degli uomini in bianco, che si fanno chiamare i "colpevoli sopravvissuti"; Megan Abbott (Liv Tyler), è una donna molto confusa che sta per sposarsi ma deciderà di unirsi alla setta; Nora Dust (Carrie Coon) ha perso il marito e i due figli durante il "rapimento", sorella del reverendo, rimasta sola, ha deciso di "liberarsi" dal peso dei propri tormenti legati alla scomparsa dei suoi affetti, grazie all'abbraccio di "Santo" Wayne e da allora inizierà una relazione con Kevin; Lucy Warburton (Amanda Warren) è il sindaco di Mapleton ed in passato ha avuto anche lei una relazione con Kevin; Patti Levin (Ann Dowd) è la leader dei "colpevoli sopravvissuti"; Dean (Michael Gaston) è un uomo che si aggira per la città sparando ai cani, di lui si sa poco o niente, ma instaurerà un rapporto molto ambiguo con Kevin; Scott ed Adam Frost - interpretati da Charlie e Max Carver, i gemelli lupi mannari di "Teen Wolf" - qui interpretano due amici di Jill, forse gli unici "normali" di tutta la serie. Per il resto la pazzia regna sovrana. 


Non si capisce precisamente se è stato davvero l'evento di tre anni prima a sconvolgere la vita di questi individui oppure siano fuori di testa già da prima. Fatto sta che sembra che tutti abbiano comportamenti così insensati da risultare spesso incomprensibili. Chissà cosa succederà nella seconda stagione che andrà in onda nell'estate 2015. La serie non può non essere associata ad altri telefilm di carattere "apocalittico" come "The Flashforward" o ancora "Revolution", anche in questi casi si trattava di eventi strani, ma l'aspetto catastrofico era decisamente più comprensibile ed anche le conseguenze di quegli avvenimenti erano seguiti da una certa logica. In "The Leftovers" la logica va a farsi benedire. Non c'è nessun criterio coerente e razionale nelle vicende raccontate. Ovviamente non può non venire in mente la strage delle torri gemelle, in particolare nella scena in cui, nel giorno della commemorazione, ogni Paese del mondo ricorderà i propri scomparsi. "The Leftovers" non è un telefilm per tutti. E questo lo si può notare anche dalle differenze tra le recensioni della critica americana che si suddivise in maniera equa.


Noi diamo al telefilm una sufficienza netta. La regia è eccellente ed il cast non eccelso, ma di certo buono. Però alcune scene sono veramente atroci e sanguinarie, come l'uccisione di una donna a sassate la sparatoria a cani randagi. Già da subito, dalla sigla, si nota l'aspetto un po' opprimente e decisamente lugubre della serie in questione. Ma la colonna sonora è coinvolgente e si adatta allo scopo. Anche solo guardando il pilot o semplicemente leggendo l'incipit, comprendiamo subito che è un telefilm sui generis a cui però manca qualcosa. Damon Lindelof, creatore della serie - già sceneggiatore e produttore di "Lost" insieme a J.J. Abrams - ha voluto porre i telespettatori di fronte ad una catastrofe di dimensioni mondiali, ma senza la morte che tutti si aspettano da un ipotetico evento apocalittico. 


Al posto di essa c'è quel senso di smarrimento, di abbandono e di irrequietezza, che solo il non capire cosa sia successo realmente può portare. Ma come dicevamo, la serie non sfrutta pienamente la sceneggiatura, gli episodi sono lenti e non mantengono il ritmo alto per tutto il tempo. Il pilot dura troppo, quasi un'ora e dieci e gli altri episodi un'ora ciascuno e questo non aiuta di certo a mantenere alta l'attenzione del pubblico, in più, i dialoghi spesso eccessivamente lunghi e l'aspetto collettivo e sociale risulta spesso studiato e inconcludente. La prima stagione di "The Leftovers" non convince quindi appieno anche se pian piano diventa più persuasiva. Gli ultimi due episodi crescono in maniera esponenziale, creando un finale di stagione di tutto rispetto, che crea delle aspettative più alte rispetto alla stagione appena passata. "The Leftovers" resta quindi di certo una serie sicuramente migliorabile. Perché la HBO ci ha dato indiscutibilmente dimostrazione di valere molto più di questo.

Personaggi e doppiatori
Kevin Garvey (Sandro Acerbo)
Matt Jamison (Massimo De Ambrosis)
Megan Abbott (Stella Musy)
Tom Garvey (Luca Mannocci)
Jill Garvey (Giulia Franceschetti)
Lucy Warburton (Rossella Acerbo)

"Santo" Wayne Henry Gilchrest (Simone Mori)

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