I due volti di gennaio di Hassein Amini



Hassein Amini gioca a fare Hitchcock in questo "I due volti di gennaio",  tratto da un romanzo minore di Patricia Highsmith,  l'autrice del "Talento di Mr. Ripley". Il risultato seppur nel suo insieme non disprezzabile, raggiunga una certa amalgama, non convince appieno, in quanto in primis mancante di quella tensione, che fa rendere partecipe lo spettatore, in cui Hicth era maestro assoluto. Viggo Mortensen e Kirsten Dunst interpretano la classica tipologia di coppia: uomo ricco/bellona in vacanza/fuga dai loschi affari di lui, che presenta il conto dopo poche battute, nelle sembianze di un detective/killer privato che vuole recuperare i soldi dei suoi clienti e finisce per farsi uccidere. La guida turistica, che ha perso il padre da poco, "perchè non sei andato al suo funerale? Perchè lui non mi avrebbe voluto" incontrata poco prima in un bar e interpretata da Oscar Isaac, con la scusa di riportare un braccialetto, acquistato grazie alla sua intermediazione, perso in un taxy dalla donna, si ritrova in albergo e al centro della scena del crimine e per infatuazione si ritrova ad aiutare i due a tornare in America. Tralasciando la narrazione di questo incipit che di verosimile ha ben poco, ci si trova ad assistere a questo triangolo" non voglio i tuoi soldi io volevo tua moglie" che nonostante le premesse non ha alcunché di pruriginoso, morboso... se non per la mente di Mortensen annebbiata dall'alcol, vero detonatore degli eventi e al binomio padre/figlio, questo si, ben esplicitato e reso, a parte un eccesso didascalico nella parte finale. Manca soprattutto il ritmo, gli eventi non sono "telefonati", ma comunque prevedibili, a tal riguardo, per esempio è sin troppo facile accostare il buio ai momenti topici e soprattutto a mancare è la componente emozionale, come accennavamo poc'anzi, indispensabili per un film del/di genere. Poco trasporto, tutto è sin troppo ben delineato e i contorni hanno poco sfumature e si manifestano sin da subito. Di contro,  non ci sono sbavature grossolane o buchi narrativi, la squadra attoriale aiuta non poco e anche la fotografia non dispiace... Tutto questo per dire che alla resa dei conti si può anche vedere, ma alla fine i  thriller/noir fatti come si deve, sono di certo un'altra cosa e Hithcock è di un altro pianeta.
"non saresti qui se non fossi un pò cinico"

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