Marlene Kuntz - Pansonica


Pansonica altro non è che una succulenta raccolta di inediti esclusi dai primi lavori dei Marlene Kuntz che celebrano il ventennale di "Catartica" il loro primo album. Tra aspirazioni e difetti di gioventù, l'album che ne viene fuori, è un interessante concentrato del mood Marlene. Ma a parte i festeggiamenti per l'anniversario del disco d'esordio, c'è curiosità per la reazione dell'eterogeneo pubblico della band: ci sono i fans della prima ora che hanno rimproverato per così dire il gruppo nel corso degli anni di aver perso la forza originaria, ci sono i nuovi sostenitori del nuovo corso intrapreso e ci sono quelli come noi, che li hanno seguiti, rispettati ed amati sempre... criticati quando a nostro parere i nostri erano andati un pò fuori strada. "Pansonica", in teoria, per forza di cose piacerà ai primi fans dell'epopea Marlene, sarà ascoltato ma non digerito del tutto dai nuovi adepti ma alla resa dei conti, per noi che li seguiamo da sempre, sarà/è la dimostrazione di una band straordinaria comunque... che magari nei primi anni novanta non sapeva ancora come affondare il colpo come nelle due tracce iniziali: "Sig.Niente": "io volevo dirvi come la penso ma sento che non c'è senso" dove sembra mancare per l'appunto l'affondo decisivo come in "Parti": "e quando l'esplosione ci sarà, mi moltiplicherò o mi dissolverò?" ma entrambe hanno dei notevoli bridge, tipici dei primi Marlene; la struttura è invece efficace, il tiro è decisamente efficace e si evince felicemente in  "Sotto la luna": "ho bisogno di parlare di me" il primo singolo estratto e non a caso è il brano più finito, no di quelli che ha rischiato seriamente di essere inserito nei primi album della band... con "Ruggine": "l'amore è ruggine", incessante, martellante, con le parti di basso in evidenza, che sfocia in una deliziosa voragine melodica nel ritornello, ascoltiamo un brano di valore assoluto, come del resto "Donna L":contenuta già in "Come di sdegno":  "Donna L ha sete e non è di quello che c'è dentro di me e intorno a lei ai piedi suoi ai piedi miei,vomita". Piacciono e non poco "Oblio": col suo continuo crescendo alla CSI: "e approfittare di un evento speciale le cose sono pronte a cambiare" e la conclusiva "Capello lungo": la sua posa è una rosa che non irretisce" un funky rock non banale che arriva puntale e preciso. In attesa di un nuovo album targato Marlene Kuntz, questi brani, come si suol dire, sono grasso che cola.

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