Medianeras "Innamorarsi a Buenos Aires" di Gustavo Taretto



"Edifici senza logica come la nostra vita che viviamo senza nessuna idea di come volesse che fosse viviamo a Buonos Aires come di passaggio" ma del resto "Cosa ci si può aspettare da una città che volta le spalle al suo fiume?
Si incrociano, si scontrano ma non si incontrano ma... "Medianeras", "Innamorarsi a Buonos Aires", di Gustavo Taretto, è un film decisamente d'autore, che arriva con tre anni di ritardo nelle nostre sale cinematografiche, ma merita ampiamente la visione, perché è intelligente, acuto, poetico, girato benissimo con alcune sequenze d'alta scuola, la mano autorale è infatti visibile in ogni fotogramma/dettaglio, luce/nero sontuoso, sceneggiato ottimamente dallo stesso regista e con una fotografia ad opera di Leandro Martinez, che arricchisce il corpus filmico nella sua essenza, che attinge al documentario e al fumetto e ovviamente al cinema, a rendere il tutto un riuscito mix "pop ed intellettuale" ma niente affatto noioso, anche se, un maggior ritmo filmico non sarebbe dispiaciuto, tralasciando il proverbiale happy end finale che se non ci fosse stato avrebbe dato ben altro spessore alla pellicola, ma il tutto risulta facilmente perdonabile, ancor più visto che parliamo di un'opera prima. Medianeras ovvero indicazioni/finestrelle per la felicità è il dispiegarsi di due solitudini in questa era moderna, un elogio della solitudine, una riflessione profonda sul virtuale e sulle nostre paure, densa di significati. Due vite distanti eppur simili, nella fragilità che li contraddistingue Lui, Javier Drolas, è un  nerd a tutto tondo,  "questi incontri sono come il McDonald ogni volta che vedo una donna prova la stessa delusione davanti a un BigMac" che vive nel suo monolocale "scatola di scarpe",  realizza siti web e passa le sue giornate su internet... e dallo psicanalista- Lei,Pilar Lopez de Ayala, non è da meno, "se solo la mia testa funzionasse bene come il mio Mac... " architetto di insuccesso, frustrata, fa la visual merchandiser e "interloquisce" coi suoi manichini:  "L'anonimato mi tranquillizza, penso che se qualcuno si ferma a guardare una vetrina in un qualche modo possa interessarsi a me";  entrambi nel loro microcosmo, solido e inattaccabile dopo varie esperienze...  anonime, senza piacere, senza reale conoscenza finiranno inevitabilmente col...  (sono riuscite se non di più, le sequenze all'espressione forte del concetto, dell'idea del film stesso in fondo, "la solitudine, squisitamente moderna" con le sequenze con la dog sitter, quella del grattacielo... che rappresentano la sfiducia "ad un altro" non simile, che fanno il paio con la metafora iniziale sulle case o quella sugli animali. L'Happy End classico, e alquanto repentino. per come avviene in questa pellicola, era a nostro avviso da rigettare assolutamente, ribadiamo, e anche il titolo italiano "Innamorarsi a Buonos Aires" avrebbe trovato un sottotesto più confacente... come ironico e centrato... ma di certo questo non basta a lesinare applausi e visioni a "Medianeras" e al suo autore, che se li meritano tutti.
"Tu che hai fatto oggi? - Training mi sto abituando ad essere single... io potrei essere Paulo Coehlo solo più depresso"

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