"Dalle
vie di Milano" è il nuovo EP di Giovanni
De Cillis, un
giovane musicista che cavalca la scia folk
cantautorale italiana, con testi molto poetici. Il
nuovo EP è stato registrato presso lo studio Tappeti Sonori ed è
stato mixato da Lele Battista (fondatore de “La Sintesi”) e
masterizzato da Max Trisotto. I viaggi interiori del cantautore sono
lo specchio di una Milano frenetica di giorno, “spenta” di notte,
dove ci si perde tra le immense strade e ti senti piccolo, talmente
piccolo che la luna è solo un puntino lontano tra le mille luci che
accecano la piovosa Città dove i colletti bianchi scendono dal tram
tutti impettiti, lo stesso tram in cui è appena salito uno
straniero, un pover'uomo o un punkabbestia ed il “ritorno” è
casa, è nostalgia, ma anche luogo in cui si annidano le paure più
intime che quasi ti manca il mare. Quattro buone canzoni con spunti
interessanti che però De Cillis potrebbe sviluppare ancora di più,
per non piegarsi, vocalmente, ai cantautori anni '60 e per
avvicinarsi invece, musicalmente, al folk indie italiano. Quel
“grezzo” che esce fuori può essere sporcato di più, potendo
creare un ossimoro con la dolcezza degli arpeggi del nostro. Però è
sicuramente interessante ascoltare questo giovane folk singer,
leggerne le parole pervase da malinconia per sentirsi come lui: “In
esilio tra le terre”.
“Punta
di luna”: il solo arpeggio dell'acustica e nient'altro ma è
bastevole per rendere degno e poetico questo “respiro di terra”
che quasi fa trasalire... con quella voce che ricorda Claudio Lolli e
l'aurea favolosa alla Branduardi: “Una punta di luna sulla lingua
che sale si sa fare domande per un poco guarire”.
“Quando
torno a casa”: acustica e banjo annunciano una ballad tipicamente
folk che sembra registrata “in house”, dal sound grezzo, il testo
è troppo “scolastico”: “Quando torno a casa un pezzo dopo
l'altro non me lo ricordo che l'amore si fa in due ma è una cosa
sola e quando viene bene fa anche male”. Seconda parte
piacevolmente strumentale...
“Aspetto”:
“Milano è vicina, manca poco, il sonno è mancato fino adesso, tu
aspetterai senza fretta, il traffico nella luce del mattino”,
ancora arpeggi di chitarre ed un filo di solitudine in una città che
ti fa sentire piccolo, una città caotica, grigia, ma è anche
l'amata, poetica, romantica Milano di Giovanni De Cillis.
“Dalle
vie di Milano”: altra ballad di chitarre stanche e fisarmoniche
lontane, un racconto, le immagini di una città che scorre veloce,
una voce tremante: “I matti fumare in Duomo non li ho mai visti, di
certo potremmo provare, ma lasciamoli cantare, che cosa direbbe il
nostro piccolo borghese”. Pian piano il brano svela una marcetta,
ci si aspetta però una piccola rivoluzione nella musica e
nell'interpretazione che però non avviene. Qui De Cillis poteva
anche osare per risvegliare un brano che è sicuramente molto
sentito.
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