Non
solo Vasco Rossi, è tornato con un nuovo album, "Sono
Innocente", ma
è tornato con uno dei suoi migliori album, non solo
dell'ultimo decennio,
ma in senso assoluto. L'ambivalenza del titolo stesso, ci palesa
sin da subito che Vasco stavolta si è messo a nudo come mai forse
prima e la sincerità dei testi appare addirittura disarmante come
del resto la musica, le melodie, gli arrangiamenti... senza fronzoli,
si va dritto al punto, con assoluta verità e la verità è che la
Rock Star oggi fa i conti con l'Uomo che non ha paura di
mostrarsi fragile,
di guardare in faccia le sue paure e di ricacciarle fuori con forza,
con ironia e lucidità. L'innocenza poi porta direttamente
agli esordi
del nostro, quando il Blasco non c'era ancora e il successo era solo
un sogno, questi brani sembrano ricercare quell'urgenza espressiva
senza sovrastrutture, eccessi di sorta, senza ovviamente dimenticare
i vantaggi dell'esperienza accumulata dal nostro in versione Komandante. Visti i brani lanciati già nell'ultimo anno e le perle
recuperate per l'occasione, vista la coesione, che si
mantiene
inalterata
per tutta la durata, "Sono Innocente" appare quasi come
un best
of del miglior Vasco possibile, oggi, come ieri... ancora, capace di
lasciare... "senza parole":
"Sono
innocente, ma": "... non mi fido più" sound Vasco
primi anni
novanta,
dai toni scuri e minacciosi: "Vediamo come te la giochi se
vivi
tra due fuochi se cadi come un pollo o resti in piedi come
Rocky"
"Duro
incontro": la fragilità della rock star che si scopre così
umana di
fronte a un attacco di panico: "L'importante è che non se
ne accorga
la gente", piace l'ironia del testo e del canto e
l'incedere marziale
ritmico e le chitarre elettriche: "Mi metto un paio d'occhiali
neri da sole e vado a vedere quello che succede"
"Come
vorrei": ballad ariosa con buone armonie e sviluppo
melodico:
"Come
vorrei che fosse possibile cambiare il mondo che c'è, ma
mi
dimentico
che, dovrei vivere senza di te"...
"Guai":
"Togliti dalla testa, non puoi disfarti di me, se non sei
felice
come una volta non puoi dare la colpa a me" ballad acustica
con la
chitarra portante, che ha un mood antico, che riporta al
primissimo Vasco,
con un testo semplice ma sincero e incisivo.
"Lo
vedi": è un brano hard rock blues potente e ficcante: "Quando
per essere
gentile, quando per non far soffrire, lasci fare quello che non fa
per te".
"Aspettami":
suggestiva, retrò (siamo sul sound del Blasco dei primi
2000)
intensa, con un ritornello ad ampio tasso melodico e un testo
sul
tradimento niente affatto banale: "E disperatamente cerco di scordati
ma non è vero, perché ogni volta che ho deciso di lasciarti io
non c'ero"
"Dannate
nuvole": grande ballad, ottimamente costruita,
armonicamente ineccepibile,
ad esorcizzare "la depressione" ricca di speranza
com'è, ben
resa nei solenni soli di chitarra elettrica che sostituiscono
i ritornelli:
"Quando mi sento di dire la verità sono confuso non sono sicuro
quando mi viene in mente che non esiste niente"...
"Il
blues della chitarra sola": e il discorso prosegue per certi
versi e
il nostro parla allo specchio e si parla con immancabile ironia e
fa colpo
ancora una volta, perché in questo blues standard, popolare
e complice
rilascia ancora una volta una profonda sensazione di sincerità:
"Tu dei rimpianti tu non ne hai, hai fatto tutto in fretta, eri
un tipo precoce, un pò troppo veloce per una vita
sola"...
"Accidenti
come sei bella": melodia padrona, testo "adolescenziale",
un
buon uso dei synth, è il brano più debole del lavoro, nonostante
a questo
punto della scaletta annunci quasi una sorta di rinascita: "Poi guardandoti
negli occhi, non mi importa se mi tocchi, basta che mi stai
vicino io sto fermo e non respiro"
"Quante
volte": ballad al pianoforte, in un continuo crescendo di
pathos
che esplode nel ritornello: "Io non voglio più vivere solo
per fare
compagnia, io non voglio più ridere, non mi diverto più ed è colpa
mia, non ho voglia di credere che domani sarà, sarà diverso poi si
vedrà"
"Cambia-Menti":
"Cambiare macchina è molto facile cambiare donna è già più
difficile, cambiare vita quasi impossibile, cambiare tutte
le abitudini,
eliminare le meno utili e cambiare direzione" grande blues con
la tromba in evidenza e un grandissimo testo, una "Dedicato"
dei giorni
nostri con l'ironia tipica del nostro decisamente sugli
scudi: "Cambiare
opinione non è difficile, cambiare partito è molto facile, cambiare
il mondo è quasi impossibile, si può cambiare solo se
stessi, sembra
poco ma se ci riuscissi, faresti la rivoluzione".
"Rock
Star": hard rock strumentale, con passaggi
tipicamente
progressive,
epica e virtuosa, di certo suggestiva.
"L'uomo
più semplice (Reloaded)": "Si... facciamo bene perché
siamo
vivi,
domani chi lo sa" nuova versione più che convincente,
semplice, diretta,
rock... che non nasconde il suo appeal pop e arriva che è
un piacere.
"L'ape
regina"(feat Speakeasy Studio): ballad folk circolare, da primo Vasco
cantautorale e complice scritta però dal figlio Luca, bellissima, poetica: "L'ape regina, dolce
e un pò
sgualdrina in cerca del suo fiore dove si poserà".
"Marta
piange ancora": "Ed è una pena vederla stare male"
chicca vera e
propria scritta circa 15 anni fa, che personalmente avevamo già potuto ascoltare in demo
di bassa
qualità che giravano sul mulo e simili, brano assolutamente fantastico.
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