Lo Sciacallo di Dan Gilroy



"Se vuoi vincere una lotteria devi guadagnarti i soldi per il biglietto"
Un Jake Gyllenhaal "Sciacallo" da "Oscar", che fa a pezzetti l'American Dream, mettendo a nudo tutte le sue incongruenze, rendendolo ridicolo, esplicitandolo nella sua fame di denaro, pura e cruda, travestito da obiettivo imprescindibile, da sogno da realizzare ad ogni costo, per una felicità che magicamente può bussare alla porta di ognuno, raffigurando un personaggio memorabile, perfetta incarnazione di un moderno prodotto di massa, un mix di creatività, arte d'arrangiarsi non che addirittura imprenditore di se stesso... solo che la crisi evidentemente si fa sentire anche oltre oceano e al nostro eroe tocca pure di prendersi del ladro, prima di scoprire (appena cinque minuti di film) che il business migliore in un mondo iper comunicativo, è vendere le riprese degli incidenti, delle risse, meglio se c'è del sangue, meglio se sono esclusive, meglio se ci scappa il morto e così via... ovvero meglio se il morto lo spostiamo da questa parte, che la luce è migliore, meglio arrivare prima della polizia sul corpo del reato e meglio addirittura se decidiamo noi l'eventuale arresto. Il susseguirsi degli eventi si fa palese dopo pochi minuti, si procede in maniera decisa, ma la velocità della narrazione soprattutto all'inizio, ha decisamente il suo perchè, nonostante possa apparire precipitosa. Scritto e diretto da Dan Gilroy con grande classe, recitato ottimamente da Rene Russo, Bill Paxton, Riz Ahmed, Kevin Rahm oltre naturalmente alla magistrale interpretazione di Jake Gyllenhaal, il film ha inoltre una sontuosa fotografia che sfiora il noir, molto suggestiva, specie negli appostamenti in auto, snodi narrativi impeccabili e ritmo sempre serrato, una pellicola che convince in toto, anche perchè ha il merito di essere attuale ad ogni latitudine, ficcante e incisiva come pochi, nella grande metafora dei "venditori di fumo" che si millantano grandi imprenditori, uomini d'affari con la ricetta pronta e pronti invece a fare intrallazzi col primo che capita. E a un certo modus operandi, è impossibile, da italiano, non vedere similitudini, somiglianze... che esplodono "felicemente" nel diventare del "personaggio raffigurato" improvvisamente mediatico, catalizzatore di attenzioni ("In tv sembra così vero... Già hai ragione"). Un film da vedere assolutamente, solido, coinvolgente, che non ha sbavature, che si lascia seguire sempre con attenzione e che per l'appunto porta anche molteplici riflessioni. 
"Voglio te come tu vuoi come conservare il tuo posto di lavoro"

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