Marco Mengoni - Parole in circolo


E' finalmente compiuto "inatteso" con queste "Parole in circolo" il processo di "confezionamento" di Marco Mengoni e il suo talento, che aveva dato segni di se nei primissimi episodi e si era manifestato in discrete percentuali nel precedente album, mettendo a fuoco finalmente una vocalità più centrata, meno ridondante, per un sound pop/rock di stampo anglosassone più definito, che non dispiacevano, anzi... per dire che da questo album ci aspettavamo decisamente tutt'altro. Evidentemente dai piani alti hanno detto stop e l'inquadramento è avvenuto repentino e deciso, nelle dieci tracce che compongono "Parole in circolo", dove gli aneliti rock del nostro sono morti e sepolti, così come il pop d'oltre manica e dove a farla da padrone è il tentativo di farlo assomigliare alle produzione pop nostrane che cercano di scopiazzare l'estero, perdendo qualunque pretesa di originalità, di una proposta che non ha comunque i testi di Tiziano Ferro a supportarla tanto per intenderci, qui è Ermal Meta a far la voce grossa con Matteo Valli e Fortunato Zampaglione a coadiuvarlo. E quindi Michele Canova fa il suo, per carità, così come Pino Pinaxa Pischetola, ma il risultato è l'ennesimo disco che sembra uscito dal vincitore del reality di turno con la produzione più importante che c'è, a far suonare il tutto uniforme e ben plastificato. Non si chiede a Mengoni una nuova "Fabbrica di plastica" ovviamente, ma quanto meno prima di dedicarsi alla musica leggera più spinta, poteva pensare a un ideale successore di "Pronto a correre" centrando finalmente il bersaglio che le sue capacità in primis vocali, si meritano. Forse magari sbagliamo noi ed è proprio questo il disco che Mengoni voleva fare oggi, che la casa discografica gli ha dato carta bianca e che ingerenze e pressioni sono solo nostre suggestioni, beh se è così e la diamo come cosa anche probabile, la delusione in queste dieci tracce tutte uguali, confezionate per adolescenti che non si arrendono, è totale. Onestamente però bisogna ammettere che se lo scopo è quello, tutto suona magnificamente, efficace, raffinato, orecchiabile dopo mezzo ascolto. Il difetto in questo caso potrebbe essere l'assomigliare troppo proprio a Tiziano Ferro, come nel primo singolo estratto  "Guerriero":  per struttura e soprattutto per l'apertura melodica del ritornello: "amore mio grande amore che mi credi, vinceremo contro tutti e resteremo in piedi e resterò al tuo fianco, ti difenderò da tutto non temere mai" o in "Ed è per questo": "e io invece volevo te cercato solo te ed è per questo che ti cerco dentro ogni persona" senza comunque riuscire a restituire il pathos, l'intensità di quest'ultimo. "La neve prima che cada": "L'amore è sordo se ha paura o se è pieno di se" fa invece più Ramazzotti prima maniera. "Esseri umani": "oggi la gente ti giudica per quali maschere hai" ballad ad ampio respiro melodico, delicatamente venata di soul:  "credo negli essere umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani" che sembra addirittura fare il verso ai Marta sui Tubi di "Dio come sta" è il brano migliore del lotto, assieme alla conclusiva "Mai e per sempre": "è mancano sempre le giuste parole ma ci sarebbe parecchio da dire se vivi la vita in punta di piedi non corri però quasi voli" una sostenuta pop ballad, con efficaci stop and go: " ed io di te non ho capito niente ed io di te non mi scorderò mai, mai e per sempre". "Se io fossi te" si segnala per la firma di Luca Carboni, a narrare una favola spezzata, traccia decisamente energica, "se tu fossi me lo sapresti che non si può stare senza di me se tu fossi qui" come "Io ti aspetto": di matrice pop dance: "questo cielo non è poi leggero". Il secondo singolo, "Sei come sei": "sotto questo cielo dici di sentirti bene perchè adesso ti conviene" e "Come un attimo fa": "io non ho mai smesso di crederci so che questo cambierà coi sorrisi che ho già perduto, tu li perderai", entrambe decisamente semplici strutturalmente e orecchiabilissime, ben confezionate.  "Invincibile": "E intanto io continuo a camminare, tu sei con e io mi sento invincibile" è a nostro parere invece il brano più debole, con uno sviluppo armonico banale. Che dire alla fine? "Parole in circolo", aspettando la seconda parte che dovrebbe uscire nel corso di questo anno, è un disco bellissimo, Marco Mengoni canta da Dio, peccato che noi siamo fuori target generazionale e che la musica leggera italiana non stia in cima alle nostre preferenze.

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