Giovanni Caccamo - Qui per te


"Qui per te" è l'esordio, o per amor di battuta sarebbe meglio dire "Il battesimo" di Giovanni Caccamo,  che ha come padrino e madrina l'accoppiata Battiato/Caselli, che arriva, dopo aver fatto incetta "giustamente" di premi a Sanremo, con "Ritornerò da te", uno dei migliori brani in assoluto dell'ultimo festival anche considerando i big. Un album che si muove ora su atmosfere delicate e sinuose, ora più corpose dal punto di vista ritmico, dove a spiccare sono le melodie cristalline del nostro, la varietà degli arrangiamenti, le storie raccontate  in maniera non banale tra i brani. "Qui per te", risulta dunque un lavoro coeso, compiuto, che oltre al singolo sanremese può contare su un paio di altre hits. Di contro forse sono troppi gli echi di musica italiana che abbiamo sentito nei singoli brani: Raf, Tiziano Ferro, Malika Ayane, Antonio Maggio, Pacifico... ovviamente lo stesso Battiato, che va bene citare, prendere qualcosina, da questo o l'altro artista, ma è pur vero che posti i riferimenti, le influenze, si dovrebbe anche cercare di andare oltre. Queste canzoni intendiamoci sono un ottimo viatico per un disco d'esordio, che presentano al grande pubblico un autore e cantante interessante ma che per il futuro deve necessariamente svincolarsi dai pseudo modelli di riferimento e rendere più originale la propria proposta, che c'è, si intravede nitida, ma che è sin troppo riconoscibile, quasi resa più semplice per gli ascoltatori, come ad esempio il pezzo sanremese, "Ritornerò da te": presente in due versioni, decisamente più intima e complice la prima, che può va bene richiamare certe armonie delle grandi ballad di Raf, ma non è che le scopiazzi, mentre la sanremese è di certo più d'impatto radiofonico con la ritmica predominante, forse troppo, mentre si potrebbe osare maggiormente in certi frangenti, aggiungere quel quid che faccia la differenza realmente,  come nelle due sostanzialmente identiche, "Il mondo non mi basta": ballad pop, mid tempo, ben costruita armonicamente con ritornello sospeso e suggestivo:"guarderò l'immenso scoprirò il bisogno che mi riporti a non pensare sempre che il mondo non mi basta" e "Nel fango": più vicina a Pacifico per certi versi, ma decisamente stesso mood: "non ricordo il mio bisogno di averti accanto non c'è un' alba ne un tramonto nel mio rimpianto, non si può volare sempre e solo in alto io voglio restare immerso qui nel fango" e nell'altra accoppiata, praticamente due canzoni in una "Piove": cantata in falsetto, che sembra fare quasi il verso a Malika Ayane, al pianoforte: "domani canterò ma adesso lasciami gridare, fuori piove, domani parlerò ma adesso lasciami sognare" e "Fuori da qui": che evolve sia musicalmente e testualmente il discorso intrapreso nella
traccia precedente: "non mi lasciare qui domani pioverò lacrime a
farmi accettare gli inganni che non ho accettato mai" dove sicuramente si poteva osare di più quanto meno dal punto di vista strumentale. I brani più immediati sono invece di certo "Oltre l'estasi": cassa in 4 in evidenza, per un brano pop dance, di stampo vintage per ritornello evocativo: "ritornerò, scomparirò, cercando te oltre il temporale, oltre l'estasi, ti aspetterò, viviamo sospesi nel buio contiamo di notte la felicità" dall'ottimo arrangiamento. "Distante dal tempo": che si può sinterizzare in un Battiato nella strofa, con un ponte ritornello più vicino a Tiziano Ferro: "fermati non aspettare aiutami a rinascere blocca la mia confusione credo non ci riuscirai perchè in questo momento sta cambiando il mio mondo che non tornerà sei distante dal tempo che violento ha strappato la mia identità" con risultato assolutamente godibile "purchè" in un ipotetico mix tra "Bandiera Bianca e La differenza tra me e te".  "Mezze verità": "ancora aspetti un gran finale quello in cui me ne vado ma per poi tornare" una sorta di ninna nanna, con sin troppe rime scontate, che sembra evolversi nella filastrocca più tagliente ma che ricorda sin troppo Antonio Maggio di "Mare mare":  "Cos'è l'eternità se tu non sei vicino a me". I migliori brani sono per così dire "l'inizio e la fine", ovvero la titletrack:  "Qui per te": pianoforte, voce e archi,immersa in un'atmosfera trasognante: "questo ghiaccio non si scioglie ma in realtà non c'è mai stato, sto legato alle mie convinzioni senza esitazioni" e la bellissima  "Satelliti nell'aria": con Battiato,"raccontami adesso l'amarezza del ricordo che distante avverso incerto non si placherà" suggestiva e poetica: "vai via riprenditi la vita ormai finita e dammi un'altra possibilità vai via svanisci nell'istante che deluso di te abuso e cerco la mia identità " sicuramente il picco dell'album non solo per l'aurea che gli dona la voce del Maestro.

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