J AX - Il Bello d'esser brutti



"I numeri del pop, Il pubblico del rock, l'ego del rapper, l'erba del raggae" 
"Il bello di esser brutti" è "il nuovo disco di J Ax", ma il risultato è uguale alle sue opere precedenti, fatte ovviamente le reciproche differenze. La nuova fama, data da The Voice, paradossalmente, rende il nostro più conscio, più attento a una misura e assesta, pure anche un paio di hit, come direbbe lui, che non convincono più di tanto, a dire il vero, ma questo è un altro discorso, perchè è lui stesso in questi solchi ad assicurarci che non è cambiato affatto, premesse tipiche da rapper o meno, e quindi ci ritroviamo di fronte a una ventina di brani, tutti piacevoli sia ben chiaro singolarmente, ma che risultano nell'ascolto di un disco, decisamente troppi, sia per l'assomigliarsi delle tematiche trattate, sia per i riferimenti musicali. Ma è innegabile che Ax abbia un mondo fantastico di parole e in pochi hanno la sua padronanza stilistica. L'ascolto dell'album risulta dunque piacevole se non a tratti godibile, ma non sposta una virgola della storia del nostro. Venendo ai singoli brani "Intro": sul pianoforte portante, a narrare errori fatti e figli no, maturità e vecchiaia, amici persi e quant'altro a squarciare il velo e a ricercare/dimostrare sincerità: "e raccontarmi veramente non l'immagine vincente che la gente prova a vendere di se, non voglio vivere su un grattacielo, solo sputare indietro un pò il veleno, e raccontarmi veramente lo spettacolo riprende, benvenuti a tutti quelli come me". "Ribelle e basta": è il rap e roll del nostro, con tanto di citazione degli Skiantos,:"Sono un ribelle mamma, perchè quando ero in pancia girava Vallanzaska e tu scendevi in piazza a vedere Dario Fo". Un inizio decisamente promettente che con "La tangenziale": quasi il seguito ecologista di I like my bike: "blocchiamo la tangenziale qualcosa per il sociale facciamo il movimento dello sconforto generale" mostra la corda, benchè l'orecchiabilità non manchi di certo, "Sopra la media": è "un ragazzo della via gluk" che fa andata e ritorno, nel mezzo di una presunta rivoluzione culturale da quartiere, a tinte pop rock: "esco fuori dal ghetto mi sento povero davanti alle commesse snob ecco mi manca il ghetto sopra la media in quanto ai sexy shop". "Uno di quei giorni": è il primo singolo estratto, reggae, con Nina Zilli che apre a melodie anni '60 a nobilitare un'epopea Fantozzi Style, che può ricordare certi episodi di Brusco "ma so già come si fa accetto i sogni nella realtà faccio un pò di musica con gli amici miei", buonista e fuori luogo per i toni dell'album, ma è la nuova "Domani" del nostro. "Sono di moda": "la settimana della moda è una cagata pazzesca", ancora Fantozzi, stavolta campionato più copertina su Vanity Fayr, per un brano punk di stampo californiano, a riscoprire la notorietà: "alla fine è toccato riscoprire anche Jax". "Caramelle": "e ora io ho bisogno di te per dormire la notte basti che mi stringi forte e tutto va a posto  è come quando tu nel casino che c'è e oltre alle mie chiavi sempre le cose e ti do le mie chiavi e trovi il senso che avevo perso dentro di me", con Neffa, riflettendo per così dire sulla definizione, arrangiamento vario, che accresce il brano: "ogni giorno penso non è vero che il grande amore deve essere perfetto". "Hai rotto il catso": "al parco dove vado nessuno punta a farsi le canne ma a farsi le neo mamme con tette piene di latte" traccia pop rock, con buone melodie e incisività nella sezione ritmica, sulla comunicazione abusata sui casi di cronaca; " non c'entra il linguaggio a me quello che mi offende sono persone pagate a parlare di niente". "Miss&MrHide": "ogni generazione ha un prezzo ogni generazione ha perso... ma noi non siamo come voi" mischiando punk e anni'60 "le coppie normali si vogliono bene noi siamo soldati che sono stati in guerra insieme". "Santoro e peyote": "mandami una base vintage così vintage che piaccia agli hypster" intendersi Michele, droga e politica, deliziosa, una delle migliori del lotto: "io nella vita ho fatto cose". "Rock City": solare e reaggae, una sorta di: "la mia ragazza mena" parte seconda,  ma può essere letta come una metafora sull'Italia attraverso "le sue donne": "lei è nevrotica come un'ex tossica però si veste con stile, lei beve lo champagne ma è nata povera e dopo mangia il say cikchen"."Tutto o niente": oscura e melodica" per ogni compleanno tu dai almeno quattro party, svegliarsi tardi è un lusso che non ho più" dissing con vecchio amico... "Il bello di esser brutti": scanzonata e cinematografica, nel senso di Brad e Angiolina: "ma non avremmo una Divina Commedia se Dante si fosse prima bombato Beatrice" pop dance alla Jax alla 883 più sporchi, "lei sogna fabio volo con il dildo di plastica che le da cinquanta sfumature di grigio". "Old skull": soldi, sesso e rock'n'roll.... autoreferenzialità rap con i Club Dogo e rivendicazioni varie, "voi non fate rap voi fate moneta"."Maria Salvador": reggae ipnotico e ben struttuato, incisivo e ficcante, marijuana/donna col Cile "i russi da trussardi prima erano zar ora sono tutti zarri...  serve tutti mantenersi calmi con il metodo Bob Marley" e citazione per Bollicine "ma il verde è una foglia che vibra piccolo spazio pubblicità"."Bimbiminkia4life": dance tamarra, con Fedez "dici che tua figlia ascolta immondizia ma dopo ti emozioni con People from Ibiza" "meglio non crescere mai citando Brunetta"."Nati così": 883, rock blues standard ad alto tasso melodico: "nati per vincere quale guerra però non si sa"."Un altro viaggio": miglior brano dell'album, a nostro parere si intende, con Valerio Jovine direttamente dai 99 Posse o da The Voice se preferite, traccia toccante e incisiva che colpisce nel segno, citando De Sica: "ma la bellezza scatena nell'uomo la voglia di possederla"."The pub song": una bella ciao alcoolica, "leggermente" aggiornata, con Weedo, mescolando folk popolare e pubblicità: "bevo perchè sono un coglione ma se non bevo sei un coglione  te, scemo lo so che il fumo uccide ma se non fumo voglio ammazzare te". "L'uomo col cappello": "il cappello copre mezza faccia in barba alle guardie, " non ti vergogni alla tua età" rap e roll e melodia."le goupie ce le ha pure Rudy Zerbi"

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