E' inusuale parlare di una vera e propria serie tv tutta italiana ma questa è quello che è "1992" prodotta da La7 e trasmessa su Sky Atlantic dal 24
marzo scorso. Proprio questa sera andranno in onda gli ultimi due episodi. Sceneggiata da Alessandro Fabbri, Ludovica Pampoldi e Stefano Accorsi, da un'idea di quest'ultimo che è anche il protagonista di questa serie tv,
"1992" ci parla, in maniera decisamente più romanzata, di quella che è
stata la realtà dell'epoca, delle vicende storiche che hanno portato allo scandalo Tangentopoli
attraverso i racconti di sei personaggi, le cui trame si intrecciano in questo
intricato periodo politico e televisivo. Mentre in tv Aleandro Baldi e
Francesca Alotta vincono il Festival della Canzone Italiana dei primi anni
'90, nasce la Lega Nord e contemporaneamente la Democrazia Cristiana si incammina verso il suo (non) definitivo declino.
Sono gli anni di Craxi, di Andreotti, di Mani Pulite, c'è un Berlusconi che inizia ad intraprendere la sua scalata politica. Si fa avanti la moda delle palline anti-stress, mentre
in tv imperversa il cult "Non è la Rai". Tutte iniziano a voler
diventare soubrette, ballerine e showgirl. L'assassinio di Salvo Lima passa al telegiornale ed in sottofondo la sigla di "Casa Vianello". Il
tutto in una città, Milano, in cui la corruzione regna sovrana, ci si compra i voti degli
elettori e la divisione di percentuali è già ben definita. In questo quadro storico-politico si inseguono le vicende di Leonardo Notte (Stefano Accorsi), pubblicitario della Fininvest
(oggi Mediaset) con una figlia che torna nella sua vita proprio in un periodo
in cui è ad una svolta importante nella sua carriera; Pietro Bosco (Guido
Caprino), veterano della guerra del Golfo che dopo aver salvato casualmente la
vita ad un politico che era stato attaccato da tre balordi per strada, si
ritroverà lui stesso ad essere un candidato al Parlamento per la neo Lega
Nord, lui che non sa nemmeno parlare, ma che saprà farsi ascoltare; Veronica
Castello (Miriam Leone), una soubrettina disposta a tutto per arrivare al
successo, amante del famoso industriale Michele Mainaghi (Tommaso Ragni) che le
fornirà l'occasione per approdare nella "Domenica In" di Pippo Baudo
e per raggiungere il successo come la sua beniamina Lorella Cuccarini.
Michele
ha una figlia, Beatrice detta "Bibi" (Tea Falco), pecora nera della
famiglia, se così si può dire, visto che il padre verrà arrestato ben presto,
ma il suo carattere subirà un notevole cambiamento nel corso degli eventi di
Tangentopoli. Poi ancora troviamo Luca Pastore (Domenico Diele), ufficiale di
polizia che lavora nella squadra del magistrato Antonio Di Pietro (Antonio
Gerardi). Luca è uno dei pochi non corrotti e con la voglia di vendicarsi di
tutto il sistema, soprattutto dopo aver scoperto di essere malato di HIV. Ed
infine Rocco Venturi (Alessandro Roja), giovane poliziotto anche lui ai servizi
di Di Pietro, molto furbo ed entusiasta del suo lavoro, ma che nasconde un lato
di se, legato al suo passato, decisamente ben diverso da ciò che mostra. Tutta
la storia di "1992" ruota quindi intorno a queste sei figure, uomini e donne che rincorrono i loro sogni, alle prese con una realtà ben
più dura, su cui vanno a scontrarsi ogni giorno, cadendo ma sempre con la forza di rialzarsi.
Leonardo, Pietro, Veronica, Bibi, Luca,
Rocco, sono sei giovani che potremmo ritrovare anche oggi, a distanza di 23
anni, sei caratteri diversi - non molto ben definiti e questo è certamente un errore della serie - che amalgamati tra di loro non rendono
giustizia ad una sceneggiatura che poteva decisamente essere gestita meglio.
Pur non intaccando la bravura dei sei protagonisti, un cast tutto italiano che non ha nulla da invidiare a quelli americani, purtroppo però non vengono valorizzati adeguatamente. La trama rimane
molto romanzata, in stile fiction all'italiana di cui speravamo tanto di
allontanarci, perché tutti ci aspettavamo molto di più da una produzione Sky. E
forse è stato proprio questo l'errore: le premesse erano state decisamente
troppo alte.
Ricorrere al telefilm storico non sempre funziona, e in Italia, a dirla tutta funziona poco, A parte qualche sceneggiato televisivo che ha trattato sotto diversi punti di vista il fenomeno mafioso. Certo,
presentata al Festival del Cinema di Berlino, con oltre due mesi di pubblicità
insistente, è ovvio che le aspettative fossero ben più elevante e la delusione
perciò imponente. Se fosse stata mandata in onda sulla Rai, probabilmente
sarebbe passata inosservata come una delle tante fiction, ma a dirla tutta una
serie del genere non sarebbe mai potuta andare in onda né su Raiuno né
tantomeno su Canale 5, proprio per l'argomento trattato che non tratta per niente bene il dietro le quinte delle reti nazionali. "1992" inoltre, non è una serie
classificabile, non si può definire un drama, né un poliziesco, è una serie
anacronistica e standardizzata ad un racconto che sembra più una meticolosa
cronologia dei fatti che una storia vera e propria. Non colpisce e non lascia
traccia.
D'altro canto le uniche cose da salvare sono cast e colonna sonora,
anche la regia fa un po' acqua e le scene in cui i protagonisti compaiono nudi sembrano messe lì più per attirare l'attenzione che in funzione
della trama. Da ricordare ancora che nella fiction troviamo un Silvio
Berlusconi interpretato da Vincenzo Schettini, Marcello dell'Utri è Fabrizio
Contri, Mario Chiesa è Valerio Binasco e Umberto Bossi ha il volto di Guido
Buttarelli. La critica si è divisa praticamente a metà, alcuni l'hanno
criticata aspramente, come il giornalista Enrico Mentana, altri l'hanno riempita di complimenti, soprattutto al di
fuori dall'Italia. La serie è stata trasmessa in contemporanea anche in
Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda, e a breve verrà mandata in onda in
Francia e Spagna. Di certo gli ascolti, discreti nei primi episodi, man mano
sono andati crollando nel corso della messa in onda, quindi probabilmente
"1992" non avrà un seguito. E forse è meglio così.
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