Sin dall'evidente dualismo del titolo "Acqua Azzurra, Totò Riina" si può cercare di approcciare in modo corretto la materia "Luminal", ovvero che "bellezza e brutture" convivono in maniera assolutamente naturale. La band romana amplifica ancor di più il discorso intrapreso col precedente "Amatoriale Italia" sia musicalmente che dal punto di vista testuale, spingendosi decisamente "oltre", duri e puri a narrar di storie di malessere, mal di vivere, senza ricamarci sopra più di tanto, rstituendo la brutalità del fatto, accaduto e già passato, dove il tempo stesso, la realtà dei fatti, perde quasi importanza, il tutto con un'ironia feroce. I Luminal raccontano la quotidianietà quasi per astrazione, selezionando le informazioni necessarie, per far si che il loro excursus sulla realtà possa arrivare senza filtri e reticenze. Musicalmente, ribadire non guasta, ci si trova di fronte a uno strano miscuglio che assembla Massimo Volume e CCCP, con echi di Disciplinatha e dei Wolfango, ma questi ultimi più per la rinucia stilistica alle chitarre che per altro. Disturbanti eppur incredibilmente piacevoli, ma mai rassicuranti, l'ennesima conferma di una grande band:
"Professionale Italia": dopo "Amatoriale Italia", c'era quasi da aspettarselo un titolo del gel genere ad aprire il nuovo album dei nostri: un'orda di voci che si fa via via sempre più convulsa su un loop ritmico sul finale appena accennato: "buon viaggio, buona giornata, buone vacanze e che il signore la accompagni"
"L'operaio della Fiat parte seconda": "da quelle case, vivi non si esce mai" convulsa, compulsiva, martellante, oscura, il riferimento è chiaramente a Rino Gaetano, "chissà come avrà fatto tutti quei soldi, è solo fortuna, io non sono una persona fortunata a me la vita non ha mai concessa nulla"
"Greeting from Rossano Calabro": "qui la gente ride poco per via dei troppi cazzi presi in culo scusate parlo laconicamente anche perchè qui non succede mai niente, non c'è mai niente da fare" incalzante, dal testo incisivo e corrosivo: "spero che i miei muiano presto così mi vendo la loro casa"
"Anna e il caldo che fa": il riferimento del titolo dovrebbe forse essere il brano di Ruggeri, è una sorta di reading, cupo e intenso, i Massimo Volume, decisamente più estremi: "il massimo della sua vita sessuale è fare una sega al cane quando entrambi hanno voglia di scopare"
"Ammazza i tuoi idoli": "se Pasolini era un pedofilo, se Carmelo Bene picchiava tua moglie se anche Stalin faceva cose buone come dicevano Togliatti e Berlinguer" punk, alla CCCP, rallentato e ficcante: "non c'è un limite a quello che puoi fare quando non te ne frega nulla delle persone"
"La vera storia di Renè Guenon porno attore": "cosa è rimasto dei vecchi tempi, cosa è rimasto di me, questi dilettanti che bevono e fumano, queste pasticche da froci" "ti prego salvami, figliolo non sei battezzato" incalzante senza rinunciare alla melodia, decisamente ironica, è uno degli episodi migliori dell'intero lavoro
"La tua ragazza è una puttana": del resto "la tua puttana è una ragazza", dall'incedere lenta, marziale, è una sorta di critica al machismo: "Svegliati o forse sei già morta"
"Onora il padre e il madre": brivido punk, contro la famiglia cattolica e borghese: "la vera verità non sta in quello che sei ma in quello che scegli di essere"
"I bambini sono a scuola": breve ma sicuramente intensa nel narrare una storia dal punto di vista dell'amante nel classico triangolo: "e tuo marito finalmente è scappato, speriamo che muioa ha detto sottovoce, speriamo che muoia ha detto più forte"
"Non riesco ad avere soddisfazione": sinuosa e straniante nel suo dipanarsi: "tenere fuori le emozioni di troppo tenere dentro la vita che hai di dosso"
"Correre nel buio": "io non so se trattenerti oppure spingerti giù tanto quello che va a fondo prima o poi risale su" è la ballad se così vogliamo chiamarla... romantica e dannata ovviamente, pathos e intensità: "prendi quello che è giusto per te, vieni a correre al buio con me"
"Al settimo cielo": suggestiva filastrocca: "noi ce ne andiamo sempre, noi diciamo sempre addio"
"Odio gli idealisti": "perdiamo un uomo ogni due fucili" dalla ritmica marziale per forza di cose, che presto si fa compulsiva "Londra nessuna risposta, Mosca nessuna risposta, Parigi, nessuna... risposta"
"C'è un solo modo di imparare": reading intenso a narrar di un omicidio: "quando il mondo finisce ho un cazzo di gomme, le mani sporche di sangue e sento il bisogno di non vedere nessuno, ho preso i suoi soldi e la sua religione di notte non dormo mi chiedo spesso se sorreggo la sua oppure le mie"
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