Fiorello "Showman per tutte le occasioni" torna in provincia con L'Ora del Rosario (12-14 maggio 2015, Marsala) - Report Live
“Ma chi è che fa le conferenze stampa come me”, si è
presentato con tutta la sua impetuosa verve, Rosario Fiorello, lui che ha
tenuto un vero show con i giornalisti piuttosto che il solito “a domanda
rispondo”. E non si è risparmiato. Le tre giornate di spettacoli al Teatro Impero di Marsala hanno registrato il sold out in tre giorni (“A Taormina esauriti il giorno
stesso della prevendita”) ma lui, battute (sicule) a parte, con modestia dice
di non paragonarsi ad un istrione come Gigi Proietti e che anzi, ai tempi di “A
me gli occhi please” era il suo mito, assieme ad Arbore. Quello dell’artista
catanese-messinese-siragusano come lui si definisce per parte di madre (“dei
Giardini Naxos”) e di padre (“era di Letojanni”) – il dialetto siciliano lo ama
tutto e scherza con la parola “io” “eo” iò” “eu” da Oriente ad Occidente – con il
suo “L’Ora del Rosario” (è anche un programma di RAI SAT 2000) vuole ritornare
alla provincia, al contatto diretto col pubblico, alla sinergia con la gente
che è fonte primaria della sua arte.
Perché lui è uno “Showman per tutte le
occasioni” come ha cantato. “Ho fatto il programma in radio solo con un
cellulare e in bar dove la gente si fermava e parlava; ma adesso voglio stare
vicino al pubblico, perché ho capito che si può fare entrambe le cose, unire il
classico al moderno: una volta la tecnologia faceva paura ma poi il progresso è
stato apprezzato. E poi ci sono tante città sottovalutate. Marsala è bellissima
non la conoscevo, mia madre ci viene spesso con mia sorella, il centro storico
è molto pulito; ma anche Bergamo Alta ha il suo fascino, ricorda Taormina, o
Cosenza ad esempio”. Con naturalezza, Fiorello ci dice che la formula dello
spettacolo è quella di seguire un canovaccio per poi andare a braccio: “Le
battute sono quelle anche se ogni sera cambierò a seconda del momento perché ho
poca memoria.
Non si tratta del varietà che ho fatto in tv, ma da uno
spettacolo come questo può nascere qualcosa da proporre in tv”. Una carriera
lunga 30 anni (“Ho iniziato a 13 anni a fare radio anche se a 4 anni ero già
sul palco”) e nel corso della prima serata lo ha dimostrato tra battute, gag shakespeariane
con il “piccoletto” milanese maestro Cremonesi e con i simpaticissimi “Gemelli
di Guidonia”, messaggi di riflessione (“Non ci sono più i vecchi ed i giovani di
una volta”), di cibo (non dategli più pollo a Marsala, per carità, solo “pisci
spada”) e canzoni intramontabili, tra cui un brano che Cremonesi aveva scritto
per Celentano, imitazioni esilaranti e duetti da lasciare a bocca aperta: da
Mina a Tony Renis.
Così come l’ingresso in platea e non sul palco con l’abito
talare che non vuole essere blasfemo ma.. tant’è… che arriva l’annuncio da una
finta voce femminile che in realtà è proprio quella di Fiorello: “Signori e
signori buonasera vi invitiamo a prendere posto” seguito da un urlo da far
saltare il pubblico dalle sedie. Poi si presenta con accento visibilmente
siculo e qualche “minchia” qua e là che fa sempre bene. Sul finale dello
spettacolo, viene mostrato un video che Fiorello ha realizzato in giro per
Marsala al suo arrivo, tra la gente sua “conterrona” ed i monumenti. A
colpirlo, la lucentezza nelle foto che ha scattato, delle strade del centro
storico che ha trovate pulite, ma “L’altra sera in giro per Marsala non c’era
nessuno”.
Alla stampa Fiorello ha accennato ironicamente dello sbarco di
Salvini a Marsala (“Avevate due scelte oggi andare da Salvini o venire qua.
Vedo che siete numerosi” e “I petri ci tirano”), di come non va a Sanremo perché
non è un presentatore con scarse velleità (“Il pubblico da me si aspetta che
faccio show non che mi attenga ad una scaletta come Conti, Baudo, Fazio o
Bonolis, io al massimo faccio l’ospite. Molti devono capire che per i cantanti
Sanremo è un trampolino di lancio, solo per i presentatori è l’arrivo”), del
nuovo Karaoke di Pintus (“Scelte di Mediaset, a Pintus facevo fare le
imitazioni in radio, ha coronato il suo sogno ma oggi quella formula è finita,
una volta andava bene per i concorrenti allo sbaraglio come nel caso della
Corrida. Ma il Karaoke era nato per caso, non mi aspettavo questo successo”) e
dei prossimi impegni: “Alla fine del tour, ad ottobre riprendo in teatro con le
grandi Città; poi sarà ancora radio e chissà tornerò in tv”.
Oltre due ore di
spettacolo perché Fiorello vuole il pubblico “fresco”, oltre due ore di risate,
da non poter trattenere le lacrime. Divertenti anche le battute sull’età e
sugli acciacchi, sul fare un figlio da “vecchi”, ma lui mostra una siluette
invidiabile anche per un ragazzino. Quando gli si chiede chi è il suo erede
risponde sinceramente: “Sono io. Ho visto almeno 20 Fiorello morti
artisticamente. Per essere me devi perdere il padre a 29 anni, andare via di
casa, fare la gavetta, commettere anche degli errori, insomma, devi vivere la
mia storia”. E’ bello vedere che Fiorello si sente a casa: “Per venire qua ho
ripreso l’aereo dopo 2 anni, la paura non mi passa mai”. Marsala l’ha filmata,
è bella, ma desolata di sera e con un teatro, l’Impero appunto, un po’ troppo
di epoca fascista (“Già mi vedo tanti piccoli La Russa costruire il teatro
mattone su mattone”).
Proprio come quando va a fare uno spettacolo a Catania,
anche se là prima dell’inizio, deve fare l’appello dei parenti presenti. Infine,
tra un intercalare siculo e l’altro, Fiorello avverte: “Ho 55 anni non voglio
fare cose per sempre e ritrovarmi a 70 anni a chiedere in andare in tv per
forza. Un giorno smetterò”. A noi e ai fan queste parole mettono un velo di
tristezza ma è pura coerenza come il percorso intrapreso da Fiorello negli
anni. Marsala ha assistito ad uno degli eventi più esilaranti della sua storia,
Fiorello è stato a dir poco straordinario ed anche se lui preferisce i “ridimensionamenti”,
non ci sono altre parole per descriverlo.
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