Resoconto live della seconda giornata dell'Angelica 25: John Oswald, Plunderphotonics & chronoscopia
Nella seconda giornata dell’edizione
2015, il festival Angelica 25, rassegna che dal 1991 propone il meglio
della ricerca musicale sperimentale contemporanea, dedica il
programma al canadese John Oswald, arista che, formatosi come
sassofonista di jazz sperimentale, si è evoluto per approdare a una
forma di creatività artistica video musicale. I Plunderphonics di Oswald, nati
verso la fine degli anni ’60, sono composizioni musicali realizzate
montando materiali altrui ben conosciuti, perlopiù di matrice
pop-rock, e stravolgendoli fino a renderli del tutto mutati. All’idea di base dei plunderphonics
Oswald ha affiancato la realizzazione di video che sfruttano dei
filmati esistenti per rafforzare il senso di mashup e di
trasformazione che animano le sue creazioni.
Da “Jolene both ways” (2013), video
che accompagna le immagini di una esibizione di Dolly Parton degli
anni ’70 a una rielaborazione del brano che lo stesso Oswald ha
eseguito negli anni ’80, ai successivi “Paused on the theresold”
(2014) e “prePlex” (2015), che sfruttano spezzoni di film molto
popolari, la tecnica creativa di Oswald coglie e amplifica le
tendenze della fruizione contemporanea degli audiovisivi che si fanno
materiale da assimilare, smembrare e riassemblare sotto nuova forma e
significato, in una moltiplicazione della concezione popular
dei mass media digitali secondo un’istanza che ormai, attraverso
l’uso di piattaforme come Youtube, è entrata nel quotidiano
dell’individuo fruitore.
La serie di video “Chronoscopia”,
invece, affronta con un piglio più performativo, quasi teatrale, e
meno rielaborativo dei plunderphonics uno studio su tempo,
spazio, visione e memoria, mettendo lo spettatore di fronte alle
figure dei soggetti umani che gli si pongono davanti come visioni
fisiche ed evanescenti al tempo stesso, in un gioco di rimandi tra
rappresentazione e figurazione. Gli echi della ricerca artistica di
Marina Abramovic sono evidenti, tuttavia, l’ispirazione di Oswald,
fortemente influenzata dal suo background musicale, rimane comunque
molto personale e denota una maggiore serenità rispetto all’artista
madre della performance art.
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