Mettete via i passamontagna, questa volta dovrete
indossare delle ingombranti tute da astronauta se vorrete seguire i passi di
Calibro 35: dopo quattro dischi in studio dedicati a investigare le sonorità
legate alle atmosfere noir, questa volta i nostri ci portano nello Spazio
profondo. "S.P.A.C.E" è stato registrato in quello
che senza esitazioni possiamo definire il più bello studio vintage del mondo -
quel Toe Rag di Londra da cui è uscito ad esempio “Elephant” dei White Stripes.
Lavorando su nastro analogico con solo 8 tracce a disposizione il disco è stato
realizzato esattamente come si sarebbe fatto nel 1966: tutti i musicisti nella
stessa stanza con i propri strumenti e amplificatori, senza cuffie, con il
suono che si espande nell’aria e diventa elemento fondamentale delle
registrazioni. Una metodologia che crea i presupposti ideali per l’interazione
musicale e la mutua ispirazione tra i partecipanti; lontana anni luce dalle
produzioni “in vitro” a cui siamo abituati ai giorni nostri.
Un disco che nasce dalla volontà di sperimentare e di
esplorare soluzioni sonore e musicali già da tempo nel cassetto dei Calibro 35,
che aspettavano solo il contesto giusto per essere utilizzate. Nasce da qui il
concept “spaziale” che permette alla band di avvicinarsi per la prima volta al
mondo dei sintetizzatori, strumenti dalle infinite possibilità timbriche che
hanno caratterizzato sia le colonne sonore SciFi di ogni epoca sia il prog rock
degli anni ‘70 di cui i Calibro 35 sono oggi considerati tra i pochi degni
discendenti. Un’eredità che sentiamo nei timbri dei synth, MiniMoog e ARP
Odyssey in primis, cosi come negli organi Farfisa, Hammond e Vox, utilizzati in
maniera ancora più "sonica" e identitaria dei precedenti dischi.
Un’evoluzione sonora possibile solo grazie alla presenza di musicisti
eccezionali tra le fila della band: dai due polistrumentisti Enrico Gabrielli e
Massimo Martellotta che variano strumento da brano a brano con uno stile
personale inconfondibile, come ad esempio su "Thrust Force" e
"Across the 111th Sun", al bassista Luca Cavina che governa
l’andamento ipnotico di brani come “Ungwana Bay Launch Complex” per finire con
Fabio Rondanini, senza dubbio uno dei migliori batteristi che l’Italia del rock
abbia visto in tempi moderni, che in questo disco dà anche sfogo alla
sperimentazione nella conclusiva “Serenade for a Satellite”.
La coralità della realizzazione, sotto la consueta e costante egida di Tommaso Colliva, come sempre ai controlli in regia, è chiara anche nella natura compositiva del disco in cui si alternano brani più strutturati, composti ed arrangiati da singoli Calibro prima di entrare in studio (“Universe of 10 Dimensions”, “S.P.A.C.E”, “Ungwna Bay Launch Complex”) a episodi di totale improvvisazione (“Something Happened on Planet Earth”, “74 Days After Moonlanding”), a pezzi nati durante i soundcheck dei precedenti tour, catturati su registratore portatile e poi sviluppati solo durante le sessioni londinesi (“A Future We Never Lived”). Il mondo della fantascienza è quindi servito da collante e guida nello sviluppo di nuove idee più che da riferimento filologico ad uno specifico genere cinematografico-musicale, nell’obbiettivo di dare più spazio a improvvisazione e sperimentazione e meno al manierismo. Nonostante ciò la scelta dei brani e la scaletta finale sono in parte concepiti per essere la colonna sonora funk di un immaginario film SciFi diretto da Sergio Leone: ci sono i titoli di Testa di "S.P.A.C.E", la scena di azione di "Bandits on Mars", il tema di amore di "A Future We Never Lived", brani d'atmosfera sospesi come "An Asteroid Called Death" e pezzi che invece seguono strutture più cinematiche e complesse come "Universe of 10 Dimensions"; in cui il lavoro di arrangiamento è davvero degno del miglior Gianni Ferrio.
“S.P.A.C.E” porta Calibro 35 in territori immaginari
molto lontani da quelli dei dischi precedenti ma conferma il suono, sempre più
strutturato ed adulto, di una band che tutto il mondo invidia all’Italia. Una
band con un’identità talmente unica da poter essere campionata da Dr. Dre e
JayZ, dopo essere salita sul palco dei concerti negli stadi dei Muse; una band
che è riuscita in soli sette anni d’attività a comporre cinque dischi, due
colonne sonore, innumerevoli progetti speciali e nel frattempo a girare il
globo, riportando nella contemporaneità un suono, quello delle colonne sonore
italiane, che altrimenti sarebbe andato perduto.
Come il precedente album "Traditori di tutti", "S.P.A.C.E"
uscirà distribuito in tutto il mondo per l'etichetta milanese Record Kicks.
I CALIBRO 35 sono:
Massimo Martellotta, Guitars and Keyboards
Enrico Gabrielli, Keyboards, Flute, Bass Clarinet, Vocals
Luca Cavina, Bass Guitar
Fabio Rondanini, Drums and Percussions
Le tracce di "S.P.A.C.E.":
SIDE A
74 Days After Landing
S.P.A.C.E.
Bandits on Mars
Brain Trap
Ungwana Bay Launch Complex
An Asteroid Called Death
Thrust Force
SIDE B
A Future We Never Lived
Universe of 10 Dimensions
Across 111th Sun
Something Happened on Planet Earth
Violent Venus
Neptune
Serenade for a satellite
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