Sikitikis - Abbiamo Perso




Groove, Live, Calore... sono queste le parole che vengono in mente per descrivere il nuovo album dei Sikitikis che hanno perso si ma "paure, ossessioni, sovrastrutture" non certo il talento per sfornare nuove canzoni. "Abbiamo perso" è un album foriero di novità, che vede la presenza di Flavio Secchi alle chitarre e un sound tipicamente anni '70, che nella versione dei nostri, risulta "moderno" ed "attuale", così come i testi, ironici e taglienti. Una prova convincente che spiazzerà forse i fan ma "con estremo gusto".  Un ulteriore conferma delle potenzialità della band sarda che sa osare e destreggiare con cura gli elementi e non ha paura di osare, andando oltre la propria cifra stilistica:

"Abbiamo perso": "Plachiamo gli animi non c'è di che agitarsi la repressione avanza l'alternativa è sempre farsi", funky, scratch, fiati per la titletrack che è anche il primo singolo estratto: "abbiamo smesso di invecchiare per poter vivere decentemente un anestetico che renda stronza la gente"
"La differenza": col basso portante e la chitarra a punteggiare, col sax ben presto a risaltare: "la differenza tra scambiare un'opinione ed avere sempre ragione"
"Un'ora di amore eterno": "ho smesso di fumare ma riprendo dopo questo caffè" mood '70 Battistiano, evocativa e godibile, con un cantato sugli scudi: "non è stata un'illusione non ci siamo presi in giro era la verità ad ogni tuo respiro non c'è più la forza di gravità"
"Non lasciarmi andare via": una perfetta pop song: "non credo davvero alle parole che sento che dici che spero non pensi e preferisco fingere che a dirle non sia stata tu"
"Son caduti tutti gli alberi": "è un pò come riuscire a fare a meno del talento cercando di dare un valore a quanto sei stronzo" clap hands "la guerra si scatena solo quando il debole incontra il debole" prima dance anni 70 alla Allan Sorrenti trascinante con un testo da applausi: "E questa stanza non doveva avere più pareti e invece son caduti tutti gli alberi"
"In giro per club": altro brano funky, "non troppo grande non troppo piccolo, medio" elegia del club adatto all'uomo "medio e della vita live": "nei bagni dei club si scopa si tira si vomita si disegna..."
"Fuori città":  atmosfera sospesa, carica d'intensità, con la chitarra in evidenza con delicati arpeggi: "abbracciami più forte che puoi giura su Dio che per sempre sarà comunque vada"

"Non sei tu": "mi sembra evidente che il mio destino non sei tu e cercherò altre strade dentro diverse anatomie" poetica e suggestiva ballad

"Zaire 74":  basso dominante, scratch, mood metropolitano, per uan vera e propria suite strumentale

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