"Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo. E avanti all'estate che ti prende alle spalle e non dà tempo per dire "Accidenti che caldo!" che già ti rigiri nel tuo letto bollente fra le lenzuola bagnate dai tuoi mille pensieri".
Non esistono più le mezze stagioni come non esistono più i cantautori arguti, i fini poeti della canzone, i musicisti di lungo corso. Lo sapeva bene anche Ivan Graziani che di tempo ne ha avuto poco da dedicarci e che proprio oggi avrebbe compiuto 70 anni. Nato con la fine della seconda guerra mondiale, è morto il primo gennaio 1997 tra l'aria natalizia e l'affetto dei suoi cari. Alla musica italiana Graziani ha lasciato un grande patrimonio ancora poco valorizzato. Nel tempo abbiamo imparato ad appassionarci alle poche perle di Luigi Tenco, al carattere di Rino Gaetano, alle favole di Sergio Endrigo, ma tutti hanno dimenticato (speriamo di no) l'ironia dei testi di Ivan Graziani, con quella voce così melodica ed inimitabile che aveva la funzione volontariamente di contrastare i testi che parlano di storie, di "malelingue", di Susy, di Franca o Agnese, di Firenze o Lugano, in poesia. La poetica ironica di Graziani accompagnata da un temperamento "contro corrente" da vero artista (aveva studiato alla Scuola d'Arte) e dalla sua musica - perchè era un grande chitarrista - era dolce e amara, melodicamente sporcata dalle note della elettrica. Per non parlare di quel piccolo grande capolavoro che è "Il Chitarrista" o "Monna Lisa", due brani che parallelamente raccontano i peccati degli uomini, la bramosia, la... sindrome di Stendhal. Graziani ci manca e manca a chi ha collaborato con lui, dalla PFM a Ron e Goran Kuzminac, a quel concerto memorabile per chi ama la storia della musica. Perchè i concerti di Graziani erano da brivido sotto tutti i punti di vista. Perchè anche le nuove generazioni devono sapere che il live "Parla Tu" (1982) è uno dei primi dischi italiani rock dal vivo. Altro che Vasco Rossi e Ligabue. Quel repertorio unico, peraltro, verrà in questi giorni ristampato in cd. Viene definito come un compendio interessante di un repertorio unico, in bilico tra rock e ballate di rara bellezza.
Quanto ci manca riascoltare non solo le canzoni più famose, ma anche brani come "Poppe, poppe, poppe", "Il topo (Signore delle Fogne)", "Paolina" o la "Kryptonite", quest'ultima dedicata a Lello, uno studente ribelle con la passione per Nembo Kid che "sapeva volare": "Poi alzò le braccia contro il cielo le allargò e con tuffo dentro il vuoto si lanciò e noi là, noi là, con la nostra mediocrità". Questo è solo un esempio del vasto mondo di Graziani, di come viaggiava alto il suo pensiero, sempre a difesa degli ultimi con uno sguardo distaccato, quasi come se per i suoi personaggi non ci fosse altra alternativa. Perchè sapeva benissimo la fine che avrebbe fatto Federica, a 15 anni. Oggi, al di là di quanto possano scrivere o meno i giornali, di quanto possano mandare in onda o meno le televisioni, l'Italia ricorda a suo modo la vita e le opere di un grande artista come Ivan Graziani per i suoi 70 anni mai compiuti. Queste le iniziative:
- la FESTA DI COMPLEANNO a TERAMO
- la ristampa del libro "ARCIPELAGO CHIETI"
- la pubblicazione su cd del live "PARLA TU" e, nei digital store, dell'album "PIKNIK"
- la vendita del vino "PIGRO" (come etichetta sulla bottiglia, la copertina dell'omonimo album)
- continua il "PIGRO IN TOUR", in giro per l'Italia. Oggi Teramo (in Piazza Martiri della Libertà, dalle ore 18.30) sua città natale, lo celebrerà in una serata con tanti ospiti e colleghi, con le cover band e con la famiglia di Ivan, con i suoi figli Tommy e Filippo Graziani.
- oltre alla ristampa di "Parla Tu", nei digital store sarà finalmente disponibile anche "Piknik", album del 1986, l'ultimo pubblicato con la mitica "Numero Uno", con cui Ivan registrò ben nove dischi. Prossimamente sarà dato alle stampe anche "Arcipelago Chieti", il romanzo che Ivan scrisse per raccontare con ironia l'anno di naja, il servizio militare a Chieti, un libro stampato molti anni fa e che i fan attendevano da tempo.
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