Suburra di Stefano Sollima



"Suburra di Stefano Sollima" tratto dal romanzo omonimo di "Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo", è una pellicola talmente attuale per il tema trattato: "Mafia Capitale", che non può sorprendere a livello di intreccio narrativo, dove sono tutti "sporchi" e il marcio impera in ogni ambiente. Ma in attesa della "Pioggia Purificatrice" sotto i colpi dell'ultimo regolamento di conti, Sollima sorprende con la poesia del suo sguardo, alla ricerca di una innocenza perduta: "Ma che è successo a Roma in sti 20 anni?", la cerca nel semplice scaldarsi di Sebastiano, Germano con la escort interpretata dalla Gorietti, Sabrina:"Vuoi scopare? No ma grazie per il pensiero" dentro i colori sfocati delle auto in lontananza osservate da Otto, Borghi dietro un vetro, in Samurai,Amendola che va a trovare la madre e le chiede di mangiare almeno un altro pezzetto di dolce... Trova "Cinema" affidandosi a una storia piuttosto lineare che parte lentamente, preoccupandosi di farci avere tutti gli elementi per comprendere i vari intrecci che andranno a delinearsi. Quello che mette in moto l'intera vicenda è la scena di un threesome a base di crack con protagonista l'onorevole Malgradi, interpretato da Favino, con due giovani escort di cui una minorenne. La MdP indugia sugli atti sessuali mentre la fotografia sfoca opportunamente mentre "sale" la droga fino ad arrivare a quella che oltre a essere una scena cult a tutti gli effetti rappresenta l'anima del film stesso, ovvero quando l'onorevole urina letteralmente alla pioggia battente dal balcone dell'hotel mentre la ragazza minorenne si adagia esamine sul letto. Come a dire che neanche la funzione purificatrice dell'acqua, sotto testo che Sorrentino ha usato sia nella Grande Bellezza che nella Giovinezza, qui incessante, possa realmente purificare chi ha lo sterco dentro. La soluzione al "problema" viene trovata dalla "Escort" Gorietti mentre Favino crede di "essersene lavato le mani" chiamando in soccorso un giovane zingaro poco raccomandabile. Da qui in poi si innescano una serie di eventi e "vendette" tra i clan rivali della capitale e il film prende "ritmo", che finiscono "per disturbare" quello che è il reale obiettivo, ovvero il far passare una legge in parlamento col governo in piena crisi, per poter far di Ostia la Los Angeles Italiana, prima delle dimissioni "reali" dell'allora premier e dell'allora papa. "Nessuno è escluso dal "grande affare" e nessuno è innocente", questa è "Roma Capitale", dalla politica alla chiesa, dalla banda della Magliana ai clan in ascesa, sotto la supervisione di "quelli di bassa Italia" che comandano ancora evidentemente, viene condensato l'apice della rovinosa caduta di ogni ideale e morale di questa nostra dissoluta Italia orfana della saggezza dei padri fondatori. Non tutto funziona perfettamente nel corso della narrazione, nonostante i personaggi siano caratterizzati ottimamente e la recitazione è di alto livello, il trio Favino, Amendola, Germano, fa faville, ma c'è qualche inverosimiglianza di troppo specie nelle sparatorie tra clan rivali, improbabile ad esempio la scena del supermercato o quella nella spa e forse storicamente si poteva inquadrare in maniera più accurata il clima che si stava vivendo, ma sono dettagli perdonabili perché il difetto principale di "Suburra" è che come dicevamo all'inizio "non soprende" perché "ne vediamo e sentiamo di peggio tutti i giorni"... "un film di genere", "un film d'autore". Consigliandovi la visione vi lasciamo con alcune "frasi/dialoghi del film":
 
- "Sei stato tu?
- È stata Roma. In sto cazzo di città non si può più neanche attraversare la strada."

- "Ti ho detto vattene mi è morto il fratello mica er gatto de casa."

- "Se c'avevo un fratello come te non facevo la mignotta".

"Ma che ti credevi che giocavamo a guardie e ladri?"

-"Io sono un parlamentare della Repubblica Italiana e non me ne frega un cazzo della legge".

- "Se ci saranno nuove elezioni cercheremo un nuovo politico, magari dall'altra parte"

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