Knock Knock di Eli Roth


Knock Knock di Eli Roth è semplicemente un nuovo attacco ancor più violento e incisivo all'American Dream, per non dire all'arma bianca, di quello che in passato è stato "Funny Games" che Haneke ha girato ben due volte a distanza di dieci anni. C'è Keanu Reeves (Ewan) che ha appena lasciato partire la moglie coi figli, ci sono due ragazze infreddolite, Ana de Armas (Bel) e Lorenza Izzo (Genesis), giovani, belle e vogliose che bussano alla porta... Non è un film porno ovviamente, ma è facile che il bel Keanu faccia ben poca resistenza in un trheesome girato con classe. Ma la scena cult è quando l'indomani il nostro è al video telefono con la moglie e le due lo provocano in maniera che definire casereccia è un complimento, il nostro sbotta, e non pensa alle gioie del sesso di poche ore prima ma a sbarazzarsi quanto prima delle giovani prima che la moglie coi figli faccia ritorno... Il massacro che le giovani lotite hanno in mente, ha così inizio piuttosto facilmente a dire il vero, si fa notare la sequenza quando l'immagine di Bel vestita da scolaretta prende il sopravvento sulla foto di famiglia, sovrapponendosi per l'appunto, come a impersonare la figlia, mentre il buon padre di famiglia addirittura viene filmato sullo smartphone. La distruzione dell'American Dream insomma, esplicitato ancor più nella stessa sequenza, con la scritta "didascalica" eccessivamente, "Non era un sogno" scritto col rossetto sullo specchio dalla mora. Il messaggio è lampante, c'è cinema comunque, peccato che la storia sia arcinota e non basta la convincente prova attoriale, l'ottima fotografia e una regia di talento, "Knock Knock rimane un esercizio di stile. Un buon esercizio di stile. 

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