Non essere cattivo di Claudio Caligari


 -"Ah Cè non la guardà il mare che ti vengono i pensieri"
"I Vitelloni", (lavoratoriiii)  "Accattone" (negli sguardi fieri), "Arancia meccanica", (nella maschera di Cesare) "Trainspotting" (per l'ironia) sembrano palesarsi in maniera confusa ma affettuosa durante la visione,  Claudio Caligari li sublima e passa oltre e saluta il suo pubblico nella maniera migliore possibile "Non essere cattivo" è vero e crudo, amaro e attuale per necessità, che sembra quasi senza speranza, ma non è vero, tutt'altro. E' di ieri la notizia che il film è stato escluso dalla corsa agli Oscar, importa ben poco per una pellicola che affascina e commuove. Siamo nel 1995,  Vittorio e Cesare sono in primis due grandi amici, poi sono anche spacciatori, rapinatori... delinquenti... non che sballati...  ma sono "persone" nonostante tutto... perché si evince "la necessità" delle loro scelte discutibili di vita. Quando Vittorio riesce a redimersi tramite "amore", prova in tutti i modi a far si che Cesare faccia altrettanto. E' palese sin da subito che non ci riuscirà, nonostante anche lui trovi "l'amore". A dimostrazione che un cambiamento in piena regola, una redenzione, ha bisogno di tanti fattori, di cui l'amore è una parte seppur importante, ma non basta di certo.  E qui lo sguardo si fa più ampio e va oltre, diventa sociale, si amplia, e dal microcosmo arriva al generale senza perdere un colpo, eccezionale la parte finale del film a tal proposito, un quarto d'ora dove lo spettatore può scorrere in maniera affettiva una gamma di sentimenti davvero notevole. Tante le scene cult, tra tutte quella in cui i nostri sono in auto e Cesare si blocca improvvisamente allucinato: "ce sta il pulman guarda che caciara faccio una strage - "Ah Vittò so le pasticche non ce sta niente guido io" o quando lo stesso si sente male preso da cocaina: -"Porello e ti senti male e così ti impari a pippar da solo chi mangia solo si strozza"

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