American Horror Story: Hotel


Abbiamo già parlato ampiamente di "American Horror Story", in un articolo dedicatogli un po' di tempo fa, ma la serie, oltre ad avere una storyline diversa ogni anno, pur tenendo saldi gli attori principali, ha quest'anno cambiato una delle cose fondamentali su cui poggiava tutta la storia: la protagonista. Nelle prime quattro stagioni il personaggio principale aveva il volto della sublime Jessica Lange, che in "Murder House" era Constance, psicopatica vicina di casa, in "Asylum" era Suor Jude, con l'abito da suora e la mente malata, in "Coven", interpretava un'intrigante strega, Fiona Goode, e in "Freak Show", inseguiva un disperato successo con Elsa Mars, guidando il magico circo degli orrori. 


Adesso però tutto è cambiato, perché venendo a mancare l'attrice su cui tutto il mondo di "American Horror Story" ruotava, il buon Ryan Murphy, creatore della serie, ha ben ipotizzato di sostituire la classe con la fama. Ed ecco arrivare Lady Gaga, su cui tutti puntavano, non solo lo stesso Murphy, ma tutti pensavano che avesse fatto la scelta più azzeccata. E malgrado la critica continua ad apprezzare il lavoro fatto sulla serie, mettendola sempre tra le nomination dei premi più importanti, il pubblico invece non ha amato molto la sostituzione, gli ascolti sono crollati.


Dai classici 3/3.5 punti di rating cui la serie aveva sempre puntato e spesso superato, dopo il primo episodio, seguito più per curiosità che per altro, "American Horror Story: Hotel" è crollato e ora naviga su un misero 1.1/1.2 di rating, mai così basso. Nulla è valsa la presenza di Lady Gaga o di Matthew Bomer, altro protagonista di "Hotel", anche se quest'ultimo era già apparso in "Freak Show", anche i continui approcci sessuali della protagonista non hanno fatto audience, perché in verità la Germanotta nella serie fa praticamente solo questo: fare sesso con chiunque e nulla è valso l'entrata dei vampiri che ormai hanno perso il loro fascino da qualche tempo, basti guardare gli ascolti di "The Vampire Diaries" e "The Originals" che non sono di certo più quelli di una volta. 


In questo fatiscente "Hotel" di Los Angeles, l'Hotel Cortez per la precisione, costruito negli anni '20 - anche se la storia, pur con continui flash-back, narrerà una Los Angeles di oggi - ritroviamo vecchie conoscenze e nuovi volti, come il signor James Patrick March, proprietario originario del posto, rimasto giovane negli anni, interpretato dal bravo Evan Peters, attore che ormai sta trovando una sua collocazione anche cinematografica e che è sempre stato presenza fissa e apprezzata tra i protagonisti dello show fin dagli esordi, interpretando Tate Langdon in "Murder House", Kit Walker in "Asylum", Kyle Spencer in "Coven" e Jimmy Darling in "Freak Show". Conosceremo poi l'addetta alla reception Iris, interpretata da Kathy Bates, da Coven in poi anch'essa forza dello show. Iris guida la reception in compagnia della transessuale Liz Taylor (Denis O'Hare). 


All'interno dell'Hotel ci sono assassini, fantasmi, rapitori, tossicodipendenti, spacciatori e mai uno che entri con la testa apposto e ne esca per lo meno sano, sempre che ne esca vivo. Il filo conduttore degli episodi è la sparizione del figlio del detective John Lowe (Wes Bentley), che scopre che il figlio potrebbe essere finito proprio nell'Hotel Cortez insieme ad altri bambini della sua età. Altri quattro sono i personaggi da ricordare: Will Drake (Cheyenne Jackson) che vorrebbe comprare il posto, Donovan (Matt Bomer), figlio di Iris, che arriva in Hotel da tossicodipendente e ben presto diventerà vampiro e pupillo di Elizabeth Johnson, chiamata la Contessa ed interpretata appunto da Lady Gaga. Infine anche quest'anno non poteva mancare la presenza di Sarah Paulson, che interpreta ancora una volta in maniera magistrale Sally McKenna, drogata sempre alla ricerca di un amore incondizionato, ma col vizio di intrappolare i malaugurati dentro i materassi delle stanze. 


E noi non possiamo far altro che considerare la Paulson la vera protagonista di questa edizione, com'era già avvenuto in "Coven" dove interpretava Cordelia Foxx, figlia della suddetta Fiona interpretata dalla Lange e come dimenticarla lo scorso anno nei panni di Bett e Dott Tattler, donna con due teste, a cui la Paulson dava un'interpretazione eccellente e per il cui ruolo ha vinto diversi premi, assolutamente meritati. Ma tornando all'Hotel in questione, a nostro avviso, la carenza di quest'ultimo capitolo dello show sta proprio nella pseudo protagonista mal riuscita. La Gaga interpreta il ruolo priva di pathos ed espressività nello sguardo e nel volto e, il fatto che interpreti un vampiro senza emozioni non vuol dire nulla ed è difficile valutare la sua recitazione... in orizzontale. Per non parlare della presenza nei primi episodi di Naomi Campbell, di certo nel suo caso non si può parlare di recitazione ma di vera "apparizione". Quindi quest'ultimo capitolo della saga è decisamente bocciato. 


Abbiamo sempre premiato "American Horror Story", anche in quegli anni decisamente meno forti sotto l'aspetto della sceneggiatura, come nel caso di "Asylum" o visivamente meno cruenti sotto l'aspetto dell'horror come in "Coven", ma c'era sempre qualcosa da salvare. In questo caso invece c'è poco o niente, sia le interpretazioni del cast (a parte i casi di Paulson, Bates e Peters, così come Bomer) sia la storia di base che fa un po' acqua da tutte le parti; fortunatamente il pubblico se n'è accorto ma bisognerebbe far capire alla critica dei Golden Globe, che se una serie tv tende verso un'inesorabile discesa non bisogna inserirla tra i candidati solo perché ha un passato "glorioso" o una protagonista rinomata. Ed infatti al Golden Globe la serie e la sua protagonista sono stati tra i premiati. La qualità, al primo posto dovrebbe esserci sempre la qualità.


Personaggi e doppiatori:

Iris (Vittoria Febbi)
Sally McKenna (Cristina Boraschi)
James Patrick March (Davide Perino)
John Lowe (Giorgio Borghetti)
Donovan (Marco Vivio)
Nick "Liz Taylor" Pryor (Luca Del Fabbro)
Will Drake (Francesco Bulckaen)

Elizabeth "La Contessa" Johnson (Chiara Gioncardi)

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