Serie tv italiane che "imitano" quelle straniere: la nuova mediocre moda


Una nuova moda si st: facendo spazio in Italia creare rifacimenti di note serie tv straniere, travestendo le sceneggiature per far contento il pubblico nostrano decisamente più abituato alla bassa qualità de "Il Segreto", "Beautiful" e fiction italiote varie ma sempre con riferimenti a famiglie e/o mafia e malavita. Ora si cerca di guardare oltreoceano cercando di far pensare che si stia per puntare alla qualità, ma niente di tutto ciò è vero, anzi, la mediocrità è sempre dietro l'angolo perché il prodotto italinizzato cerca di strizzare l'occhio a serie di per se stesse scarse  e con poco seguito di pubblico  ocritica anche nel paese d'origine. Questo è ad esempio il caso di "The Mysteries of Laura", flop italiano di Canale 5 trasformato in "I misteri di Laura". 



Poi ci ha riprovato la Rai mettendo in scena "Il Paradiso delle Signore", tutt'ora in onda, rifacimento della serie inglese "The Paradise", di qualità eccellente, malgrado sia durata soltanto due stagioni, che qui in Italia ha trovato la sua discreta fetta di pubblico  ma di “fattura" pressoché modesta. Il cast non è poi così male, ma di certo affidare la parte da protagonista ad una ragazza, Giusy Buscemi, ultima Miss Italia targata Rai, che si ritrova con poca esperienza è assai azzardato: la Buscemi non ha il fascino della protagonista inglese, Joanna Vanderham, anch'essa semisconosciuta, ma decisamente superiore alla diretta concorrente siciliana. Da poche settimane poi si è voluto creare una rivisitazione anche di quel piccolo gioiellino corale che negli States aveva il nome di "Parenthood", che poteva annoverare nel cast nomi del calibro di Lauren Graham, Peter Krause, Monica Potter e Craig T. Nelson e di molti altri attori giovanissimi, ma incredibilmente abili a mettere in scena, una serie che sembrasse più un documentario, talmente "reali" erano le interpretazioni di tutti. 



Qui invece il titolo è diventato "Tutto può succedere", ed a parte le piu che buone interpretazioni di Maya Sansa e Pietro Sermonti, per il resto il cast è semisconosciuto  ed i giovani attori non riescono nemmeno lontanamente ad essere al pari dei concorrenti colleghi americani. La storia è rimasta praticamente la stessa, ma la qualità decisamente più bassa. In Italia si tenta pure raramente di creare qualcosa di nuovo ma per una volta che qualcuno ci prova, come nel caso di "Non Uccidere", fiction di Rai Tre, andata in onda qualche mese fa, con una Miriam Leone sorprendente ed una grande Monica Guerritore, gli ascolti restano irrisori, inconsistenti. La serie venne bloccata ed ora riprenderà, ma molto probabilmente con gli stessi risultati pessimi di prima. 


Peccato, perché quando qualcuno prova a fare qualcosa di diverso, cercando di mettersi al pari dell'Europa che sta cercando di andare avanti spesso con successo di critica e pubblico, i nostri telespettatori preferiscono sempre il "solito", forse per mancanza di abitudine o semplicemente perché la crisi ha prodotto una scadenza di prestigio e classe in tutti i settori, anche al cinema   in tv. Basti pensare che la televisione italiana da oltre 30 anni continua  a mandare in onda "Beautiful" che è la serie straniera più vista in Italia. Di chi è la colpa di questo decadimento protratto ormai da più di 20 anni? Dei governi che si sono succeduti a spartirsi la televisione pubblica (e ad impossessarsi di quella privata) o dei telespettatori poco avvezzi al “nuovo"? Qui c'è ancora un Gabriel Garko o una Manuela Arcuri che con le solite fiction trite e ritrite su mafia e compagnia briscola, riescono a sfondare il muro dei quattro milioni di telespettatori di certo, nulla potrà mai cambiare. E se in America guardano "House of Cards", "The Walking Dead", "Game of Thrones" e "The Big Bang Theory", pensando sempre a rinnovarsi sia nel campo cinematografico che televisivo, noi ci meritiamo "Pupetta", De Sica da vent'anni con le stesse battute, rifacimenti pessimi e Garko, con poco "onore" e senza alcun "rispetto".

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