- "Ad esempio nella vecchiaia ci sono anche cose positive"
- "Tipo?"
- "Che non sei morto giovane!"
"Sai che non ti ho mai stimato e il nostro rapporto è stato sempre difficile ecco... vuoi peggiorarlo?"
"Forever
Young" la nuova commedia di Fausto Brizzi inizia a tutto ritmo
sulle note dei "Supergrass" (con "Lillo" nei panni di un
esterofilo dj di successo che sta per perdere il posto di lavoro a favore di
una giovane star di youtube) e si mantiene costante per tutta la sua durata.
Questo è il pregio più rilevante della pellicola (assieme ad alcune divertenti
gag) che permette una visione scanzonata e piacevole. Per il resto "la
paura di invecchiare" che attanaglia i protagonisti è spesso ridotta a
stereotipo e macchietta per risultare quanto meno verosimile e gli snodi
narrativi sono alquanto banali e scontati. Ma andiamo con ordine, avevamo
accennato all'apertura del film affidata al licenziamento di Lillo, con un
cameo degli Zero Assoluto. E' Il nostro a licenziarsi perché non accetta il
declassamento alla fascia oraria notturna e non capisce e non riesce ad
adeguarsi ai nuovi linguaggi. E' l'episodio che si fa preferire largamente
anche perchè è quello più ricco di gag e dove compare il grande Nino Frassica.
Il suo capo è "il cinquantenne" Fabrizio Bentivoglio che
ha una splendida compagna poco più che ventenne, (in pratica una minima
variazione sullo stesso personaggio interpretato da Bisio che poi tornava dalla
Finocchiaro) che ha "nostalgia" per così dire di qualcuno con cui
avere "gli stessi argomenti". Le estetiste Sabrina Ferilli e Luisa
Ranieri danno invece vita all'episodio più debole, dove la seconda più esperta
di avventure sessuali con giovani virgulti consiglia l'amica di fare come lei
con gli esiti sin troppo prevedibili -"Ti avevo detto di farti un toyboy
non mio figlio". Quello per certi aspetti più ambizioso è invece
l'episodio con Teo Teocoli nei panni di un avvocato settantenne che senza la
moglie si dedica sempre più allo sport nonostante il cuore incominci a fare gli
scherzi, la contrapposizione con il suocero "Fresi" che non ha mai
sopportato muove le dinamiche più interessanti non del tutto espresse. Alla
resa dei conti è il solito film di Brizzi, che attinge alla realtà in maniera superficiale
e didascalica, che si affida alla bravura degli attori, a un'ottima
colonna sonora, che sa ben girare le scene collettive, ma che non va oltre.
- "Ma dove lo trovi il tempo?"
- "Non ho Facebook"
"Era l'83, pensavamo che George Michael fosse etero!"
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