Francesco Gabbani, il
vincitore della sezione Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2016, si fa conoscere con “Eternamente
Ora” (BMG) anche se in realtà è il quarto disco in studio per
l'artista di Carrara. In 8 tracce Gabbani si mostra a nudo nella sua
più profonda spiritualità, nell'uguaglianza che è una speranza, un
desiderio. Riflessioni intime ma musicalmente troppo omogenee, peccato. Perchè Gabbani mette su un disco con rimandi fortemente anni '80, come uso fare in molti lavori attuali, in tutte le
sue sfaccettature, in cui si fa un massiccio uso del digitale, per fortuna.
“La strada” è un
manto elettrico che sfida il piano e la particolare voce di Gabbani
in cerca di pace: “Guardando il cielo chiedo se ci sarà per me un
po' di pace e più di un'eternità per me” così come in
“Amen” è il brano con cui ha vinto Sanremo ma in versione "Radio edit" e sicuramente preferibile: “Gesù
si è fatto agnostico, i killer si convertono, qualcuno è già in
odor di santità”, testo tristemente attuale più convincente del
precedente anche se una certa spiritualità la denota, un invito ad
una preghiera universale... buono il sound anni '80... invece in “Per
una vita” (“Specialisti sottoscrivono, solo i più forti
sopravvivono”), i suoni sono digitali e, a parte l'intro, risultano
ora molto pieni ora molto eleganti come nella leziosa title track
“Eternamente Ora”: “Questo racconto comincia con te, con te
seduta tra le mie parole”. Vira ancora più verso la dance anni
'80, “Equilibrio”: “Il cuore ha denti non sa perchè, sorride e
morde e non ha scelta e guarda avanti...” per certi aspetti ricorda
un Raf degli inizi ma attualizzato. Black è “Prevedibili”, con una
melodia appunto prevedibile ma grintosa: “Come siamo fragili e
prevedibili, siamo tutti unici eppure simili...”. Nel finale giunge
“Il Vento si alzerà”, un tango di base che viene scardinato dal
sound dance che vive poi un momento riflessivo che al pezzo fa
prendere boccate d'aria: “Salgo su al secondo piano, tra le note
cerco luce che disperda tutto l'odio”...
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