Gli occhi degli altri - Di fronte al lago




"Di fronte al lago" è il primo album de "Gli occhi degli altri", band dal sound di sicuro impatto, potente ma capace all'interno di ciascun brano di regalare diverse sfumature, con sempre buone melodie e trovate degne di nota in sede d'arrangiamento. La sincerità e la voglia di farsi sentire viene percepita sin da subito e i brani hanno delle costruzioni mai banali, di contro i testi che nell'insieme non dispiacciono, vertono unicamente sulla tematica amorosa e denotano nel complesso qualche eccesso di gioventù, sicuramente perdonabile mentre il cantato troppo sgraziato non convince del tutto. I nostri alla resa dei conti risultano ancora un pò acerbi ma meritano di essere seguiti con attenzione. Una canzone come "Passo falso" ad esempio, non la scrivono di certo tutti: ottimi gli inserti chitarristici in un sound pop malsano che sfocia in un ottimo finale noise, il brano migliore dell'album, in quanto più compiuto,  dove ogni elemento trova la sua collocazione ideale: "posso solo darti dolore ma è solo quello che vuoi". Non male anche l'uno due iniziale in scaletta: "Naif": "dentro me nuvole" claustrofobica e trascinante che non disdegna la melodia e "Andare avanti": dall'arrangiamento vario e interessante e un buon testo: "cerco qualcosa che mi faccia evadere da qua ma ora che inizia la guerra non avremo neanche il tempo di finire l'università poco male però". "Nebbia": "non ho nessun rimpianto ho imparato ad usare skype a pensare per due anche se sei dall'altra parte del mondo" anche se finisce per ricordare i Massimo Volume è suggestiva e complice. Mentre "La vertigine": il primo brano in pratica inciso dalla band, dall'incedere cantilenante, con sterzate rock, non convince, anche perché il limite della stonatura viene passato abbondantemente: "pensi che sia facile stare qui con te facendo finta che sia tutto ok". "Guarda me": "sono bravo a fingere che vada tutto bene" ariosa, ma sin troppo standard nelle sue dinamiche e con un testo non proprio memorabile, lo stesso dicasi di "Contro vento": la ballad che chiude il disco, anche se musicalmente si cerca di inserire qualche elemento di sorpresa "storia di un ragazzo lento e la sua lotta contro vento"

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