Love


Ancora la Netflix, che anche stavolta, semmai ce ne fosse stato bisogno, mette in scena un altro piccolo gioiellino seriale dal titolo: “Love”. E, malgrado il nome possa sembrare un po' banale, la trama non lo è affatto. Il modo di raccontare il mondo da parte della Netflix è ormai inconfondibile. La mano è sempre la stessa, perché non sono mai delle vere e proprie sitcom quelle a cui siamo normalmente abituati, genere “Big Bang Theory” o “2 Broke girls”, ma potremmo fare centinaia di altri esempi di serie con battute a raffica ed episodi che narrano esperienze prevalentemente sopra le righe e fuori dall'ordinario.


La Netflix invece, come già dimostrato nei casi di “Master of None” e “Grace & Frankie”, non ci fa mai ridere a crepapelle, ma di certo ci mostra la “normalità”, fatta di trentenni alla ricerca dell'amore e del successo, come nel caso di “Master of None”, oppure di due coppie sposate da decenni che si ritrovano a dover ricominciare da zero, come in “Grace & Frankie”. Qui si racconta invece l'amore come la più abituale delle esperienze della vita, senza fronzoli e senza sbavature. Mickey e Gus, interpretati rispettivamente da Gillian Jacobs, che noi conosciamo per averla già vista in “Community”, e Paul Rust, sono due ragazzi che hanno avuto le loro relazioni più o meno stabili, le loro esperienze sessuali e non, senza mai però trovare la persona giusta, e spesso subendo storie di certo non perfette, un po' accontentandosi di ciò che la vita gli aveva messo di fronte, con rassegnazione. 


Nello splendido Pilot, viviamo le vicende dei due in parallelo, scoprendo da quali difficili esperienze arrivano e dove vorrebbero andare, prima dell'incontro fatidico che avverrà per caso alla cassa di un minimarket, il tutto, come dicevamo prima, facendoci sorridere, ma anche riflettere, con quel pizzico di malinconia che la Netflix poggia come base di tutte le sue serie comedy. Mickey è fondamentalmente una ragazza ribelle, che rifugia nell'alcool e nella droga tutte le sue paure e frustrazioni, Gus invece è un tipo con i piedi per terra, timido ed insicuro, anche a causa del suo aspetto non proprio attraente. Eppure riesce a conquistare con molta facilità. Lo vedremo ben presto alle prese con una esperienza sessuale a tre, che andrà poi a finire male, e nel corso della storia instaurerà una relazione con un'attrice molto bella. Un po' paradossale che un nerd riesca a conquistare con così tanta facilità, è l'unica nota un po' stonata di tutta la storyline, anche se Big Bang Theory insegna. Gus lavora in una casa cinematografica, come insegnante di tutti i ragazzi che fanno gli attori e che contemporaneamente devono anche studiare per il diploma, ma lui ambisce a ben altro e con tutte le difficoltà del caso cerca di diventare autore di serie tv. 


Già rinnovata per una seconda stagione da 12 episodi, “Love” è stata scritta dallo stesso Paul Rust che ne è protagonista, insieme a Judd Apatow (produttore di “Girls” e sceneggiatore di film come: “Molto incinta” e “40 anni vergine”) e Lesley Arfin, ed è uno di quei telefilm che si seguono tutti d'un fiato, 10 episodi da 30 minuti ciascuno che snocciolano una storia delicata e divertente che non cade mai nel banale e nel conformismo, portando in scena un argomento del tutto logorato e sfruttato da cinema e tv, ma in un modo così naturale da risultare originale e forte, perché non eccede mai, e soprattutto non annoia mai, nemmeno per un istante. La serie ha poi delle trovate davvero sorprendenti: Gus, vivendo in una specie di residence con centinaia di appartamenti tutti identici tra loro, ha amici che sono anche suoi vicini di casa, molto strampalati che spesso si ritrovano tutti nelle “serate colonne sonore”, dove attraverso percussioni, chitarre e cori, creano appunto le musiche a tutti quei film che non ce l'hanno. Una genialata assurda che porta alla serie quel tocco in più sbalordendo con un'imprevedibilità che non ci aspettavamo. 


Dobbiamo comunque ricordare gli altri personaggi del cast, che fanno da spalla ai nostri due protagonisti indiscussi: Bertie (Clauda O'Doherty), coinquilina di Mickey, Heidi (Briga Heelan), attrice alla continua ricerca del successo che instaura una relazione sessuale con Gus, Susan Cheryl (Tracie Thoms), datrice di lavoro di Gus, permalosa e perennemente nervosa, e gli amici delle “serate colonne sonore”, Bob, Allan, Frank, Evan, Chris, Shaun, indispensabili per la trama, ma troppi da ricordare in questa occasione. Infine, ponendo ancora una volta in un certo senso “Love” contro “Master of None”, pur considerando quest'ultimo qualitativamente forse un pizzico superiore all'altro, il primo ci ha colpiti maggiormente, perché è più piacevole. “Love” ha una narrazione più serrata ed una trama decisamente più dinamica, che permette di essere seguito con più godimento, senza mai stancare o tediare. Consigliato per tutti.

Personaggi e doppiatori:

Mickey Dobbs (Alessia Amendola)

Gus Cruikshank (Stefano Brusa)

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