Nata il 30 giugno 2013 sulla Showtime, con alle spalle già tre stagioni che hanno fruttato discreto successo di pubblico e nomination ai premi più importanti e svariati premi minori, “Ray Donovan” è approdato su Netflix Italia il 22 ottobre scorso, ma niente ci aveva convinti a seguire le vicende di questo faccendiere che risolve i casi più disparati con freddezza e determinazione, lavorando soprattutto per celebrità, dall'atletica alla musica passando per il cinema e gente di spicco della politica e degli affari interni, uccidendo senza problemi quando se ne presenti l'occasione, mentre i suoi rapporti con la famiglia si vanno sempre più sgretolando. Eppure adesso ci siamo messi d'impegno e senza alcuna delusione abbiamo seguito la prima stagione della serie, tutta d'un fiato.
Il faccendiere in questione è Ray Donovan appunto, interpretato egregiamente da Liev Schreiber, nominato agli Emmy come migliore attore protagonista per la parte in questione - doppiato in italiano dal bravissimo Pino Insegno - che ci pone dinanzi un protagonista completamente diverso da quelli a cui siamo abituati a vedere in giro per il mondo telefilmico, un uomo che dovrà fare i conti con le grane che gli da il lavoro, il ritorno imprevisto del padre, uscito prematuramente di galera, in cui lo stesso Ray aveva spedito, una moglie sul piede si guerra e dei figli che lo vedono soltanto strambo e assente. E' proprio lì che Mickey Donovan (Jon Voight), padre di Ray, colpirà, sulle debolezze del figlio, perché ciò che vuole è farla pagare a quello stesso figlio ingrato che anni prima lo mandò in galera.
Ovviamente il padre non è di certo quello che si può considerare un brav'uomo, e non è candidabile come “padre dell'anno”, infatti appena uscito di galera va a sparare in testa al prete che un decennio prima aveva abusato di suo figlio Bunchy (Dash Mihok), che ancora oggi affronta la vita con il fantasma di ciò che ha subito. A completare la famiglia Donovan ci sono: Terry (Eddie Marsan), fratello maggiore affetto da Parkinson e Daryll (Pooch Hall), fratello di colore, avuto Mickey con un'altra donna, Claudette (Sheryl Lee Ralph), nato da una delle tante relazioni extraconiugali dell'uomo.
Al ritorno del padre, però, tutti sembrano tranquilli, tutti lo accolgono a braccia aperte, soprattutto Bunchy, che col suo carattere debole, cerca appoggio in quel padre che gli è da sempre mancato. Anche la famiglia di Ray accoglie il “vecchio” nella maniera più giusta, tutti tranne Ray insomma, che invece lo accoglie puntandogli una pistola in fronte ma non riuscendo a premere il grilletto. La moglie Abby (Paula Malcomson), ed i figli Bridget (Kerris Dorsey) e Conor (Devon Bagby), vedranno Ray sempre più distante, soprattutto dall'arrivo di Mickey.
Da ricordare anche Avi Rudin (Steven Bauer), braccio destro di Ray, ex soldato delle forze armate israeliane, che lo aiuta nei casi più delicati e Lena Barnum (Katherine Moennig), assistente investigativa di Ray; ed ancora Ezra Goodman (Elliott Gould), amico di Ray, con un cancro al cervello e Lee Drexler (Peter Goldman), agente di molti artisti, che chiama Ray ogni qualvolta qualcuno dei suoi “pupilli” si trova in difficoltà, più che altro scandali di carattere sessuale, video da far sparire e gente da castigare. Il mondo di “Ray Donovan” è un mondo variegato, ricco di colori e sfumature, che non stanca mai, è un mondo dinamico e accattivante, ed oltre ad avere un cast eccellente ed una regia ottima, la serie ha una narrazione pulsante ed una sceneggiatura mai convenzionale.
“Ray Donovan” ci ha fatti ricredere fin dal primo episodio, perché pensavamo di trovarci davanti all'ennesima serie che piace solo alla critica, con il classico racconto lento ed i tecnicismi tipici di quasi tutte le serie che fanno entusiasmare i critici americani e pochi altri. Invece no. La serie ci ha catturati fin dalle prime battute, tenendoci attaccati allo schermo e facendoci seguire tutta la prima stagione in pochissimi giorni. Finora “Ray Donovan” è composta da 36 episodi da un'ora ciascuno, divisi in tre stagioni, scritte e dirette da Ann Biderman, già creatore di “Southland”. Approdata lo scorso venerdì su Rai 4, che manderà in onda le prime due stagioni ogni venerdì insieme a “Criminal Minds” ed “Orange is the New Black”, è di certo una serie che non possiamo far altro che consigliare.
Personaggi e doppiatori:
Ray Donovan (Pino Insegno)
Mickey Donovan (Ugo Maria Morosi)
Abby Donovan (Selvaggia Quattrini)
Terry Donovan (Franco Mannella)
Brunchy Donovan (Fabrizio Vidale)
Daryll Donovan (Gianluca Crisafi)
Avi Rudin (Nino Prester)
Lena Barnum (Marzia Dal Fabbro)
Bridget Donovan (Sara Labidi)
Conor Donovan (Leonardo Caneva)
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