Prima della cerimonia ufficiale dei David di Donatello, al Quirinale se n'è svolta un'altra come di consueto, alla presenza degli attori e dei registi candidati. Il Presidente Sergio Mattarella ha consegnato, per l'occasione, ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani e a Gina Lollobrigida, tre David speciali alla carriera, assegnati dall'Accademia dei David presieduta da Gian Luigi Rondi, in occasione dei 60 anni del premio. Unica nota stonata della giornata il malore accusato dalla madre del regista scomparso qualche tempo fa, Claudio Caligari. Ma la cerimonia nelle stanze del Presidente della Repubblica è stata segnata dalla prossima riforma del Cinema. Infatti il Parlamento si appresta a lavorare al ddl del settore cinematografico. Presente anche il ministro Dario Franceschini, criticato qualche giorno fa per le sue poco chiare prese di posizione sulla riforma SIAE dei diritti d'autore. Sottolineando i buoni incassi del Cinema Italiano nel primo trimestre del 2016, Franceschini ha affermato che la legge conterrà risorse a sostegno della cinematografia ispirandosi al modello francese, per cui "... chi utilizza i contenuti cinematografici contribuirà al loro finanziamento, attraverso il Fondo Unico per il Cinema. Scomparirà inoltre la discrezionalità del ministero sui film di interesse culturale perché il meccanismo diventerà esclusivamente legato all'accesso alle diverse forme di tax credit e ci sarà una norma più stringente sulle quote di trasmissione di film italiani".
Poi Mattarella ha puntato i riflettori su maggiori disponibilità finanziarie nel settore, l'accesso migliore ai servizi e l'aiuto agli esordienti, il supporto ai film sperimentali, il recupero delle sale storiche. Il Fondo autonomo avrà, secondo il ministro, risorse che non possono andare al di sotto 400 milioni di euro l’anno.
In sostituzione della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo, viene istituito il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo che svolge attività di elaborazione delle politiche di settore. Sarà composto da 10 membri di alta competenza ed esperienza nel settore e dai rappresentanti delle principali associazioni. Nel ddl però, è inclusa anche una delega al Governo - ed è la cosa che ci convince meno - per regolamentare con decreti legislativi “in modo stringente l’obbligo trasmissione del cinema italiano in tv, con sanzioni concrete per chi non lo fa". Inoltre il Governo è delegato a realizzare entro un anno il “Codice dello spettacolo” dove confluiranno la riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche e il riassetto di tutti gli ambiti dello spettacolo. Al momento le associazioni di categoria ANICA, APT, ANEC e ANEM ha espresso apprezzamento per la futura legge: "Dopo oltre 25 anni finalmente viene proposta una vera legge di sistema, che appare la più avanzata oggi in Europa”.
Nel luglio 2002 il Parlamento, con l’art. 10 della legge n. 137, delegava il Governo ad apportare modifiche o correzioni ai decreti legislativi inerenti il finanziamento pubblico del cinema. Su questa base l'allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani (Forza Italia), ha presentato il 28 agosto 2003 al Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo che riforma il finanziamento pubblico del settore cinematografico. Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il testo dopo il vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni Cultura di Camera e Senato.
La Riforma ha molte criticità. Se vuoi farti un'idea al di là dei proclami puoi seguire i post che pubblichiamo a riguardo su Lavoro Culturale:
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