"Veloce come il vento" di "Matteo Rovere" è un film lineare, diretto, recitato in maniera convincente, con un'ottima fotografia, che si lascia seguire con attenzione e che non annoia nemmeno un momento. Di contro per essere cinema "alto e altro" occorreva qualcosa di più, sia dal punto di vista registico che da quello della sceneggiatura. Un pò Rocky, un pò Velocità Massima, la pellicola ha il merito di partire forte sin dal principio, si è già dentro al centro del racconto dopo cinque minuti scarsi, ci sono tutti gli elementi al posto giusto, una giovane pilota, un padre coach che muore e un fratello ex campione ormai tossico che rivuole tornare nella casa paterna... e si procede senza sconti.... "Noi due non dobbiamo volerci bene" anche se già a meno di metà film si capisce dove si andrà a parare e per gli spettatori più scafati anche la parte finale è decisamente prevedibile e scontata, nel complesso, non dispiace, perché ha una tenuta più che decorosa, credibile, specie nelle sequenze di gara e un buon ritmo filmico. Un film discreto che poteva avere maggiore sviluppo magari con dei flashback del passato di Accorsi o creare un diversivo aggiungendo elementi narrativi al ruolo della sorella o magari ancor più approfondire l'aspetto sociale della vicenda con la micro storia del fratello più piccolo che riesce a non cadere nello stereotipo ma che non incide più di tanto alla resa dei conti. Ad ogni modo Rovere gira un film convincente che sarà forse ricordato per una delle migliori interpretazioni di Stefano Accorsi. Come di consueto vi lasciamo con le migliori frasi della pellicola:
"Un pò ho paura per me e un pò ho paura che non corro abbastanza"
"Non affrontare ogni curva come se fosse l'ultima perché dietro ce ne è sempre un'altra"
"lui è Nico è tuo figlio? E' mio fratello... Quindi è anche mio fratello , vieni qua piccolo... Ma chi l'ha fatto lui? Sempre mamma - Perché la mamma è tornata? Si ma poi se ne è riandata"
"Tu non stai bene - Devo andare a farmi tu prendi la bici seguimi"
"Tu devi essere un pilota devi prendere dei rischi solo che siamo in città"
"Quella è una gara da malati tu che sei Loris? Disperato, guarda che disperati veri siam rimasti in pochi"
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