Supergirl


Vedere “Supergirl” è un po' come rivivere “Smallville” al femminile, a 15 anni di distanza. In questo caso è la CBS e sorprendentemente non la The CW a mettere in scena una serie che oggettivamente meriterebbe di stare su un network minore, più adolescenziale, anche perché tutte le serie che arrivano dal mondo fumettistico della DC Comics hanno trovato collocazione sulla The CW, “Supergirl” di contro è l'unica ad aver espatriato per andare su territori meno consoni. Malgrado un inizio stupefacente di oltre 2 punti di rating, in termini di ascolti infatti, la serie ha subito una rapida discesa verso il basso e si è stabilizzata sui 1.2/1.3 punti, comunque pur sempre un buon risultato, ma scopriremo tra pochi giorni se la CBS deciderà di continuare a mandarlo in onda. 


Nel frattempo si vocifera che potrebbe subire un passaggio di rete, andando a riempire un palinsesto più adeguato ad una serie come “Supergirl” che non è di certo adatta al pubblico più maturo della CBS. La DC Comics si affida ancora una volta a Greg Berlant – già ideatore di tutte le altre serie comics della The CW: “Arrow”, “The Flash” e “Legends of Tomorrow” - portandoci ancora una volta nel supereroico mondo degli alieni in arrivo da Krypton. In questo caso il volto che si presta ad interpretare Kara Zor-El è quello dell'inespressiva Melissa Benoist, già avvistata ai tempi di “Glee”. Ci troviamo dodici anni dopo l'arrivo sulla Terra del più famoso Superman. 


In verità quando Kara parte da Krypton, viene messa su una navicella simile a quella del cugino Clark “Kal-El” Kent e spedita anch'essa sulla Terra prima dell'esplosione del loro pianeta natale, per aiutare il bambino a cavarsela su un pianeta ostile e sconosciuto. Ma qualcosa andrà storto e Kara si perderà tra i meandri dell'Universo. Quando arriverà sulla Terra suo cugino vive già con i Kent ed è cresciuto notevolmente e diventato già molto più forte della cugina. Mentre Superman si stabilizzerà a Metropolis e lavorerà al Daily Planet, Kara finirà a National City e fin dal primo episodio della serie la troveremo alle prese con la protezione dei cittadini e la salvezza del mondo. 


Entrerà a far parte della DEO, guidata da Hank Henshaw (David Harewood), organizzazione segreta che nasce per catturare fuorilegge alieni in fuga o aiutare minacce di altre specie, per la quale lavora anche la sorella “terrestre” di Kara, Alexandra Danvers, interpretata da Chyler Leigh - famosa nel mondo telefilmico per aver prestato il volto, per più di 100 episodi, a Lexie Grey in “Grey's Anatomy” - che aiuterà la sorella nei momenti di maggiore difficoltà, soprattutto psicologica. La ragazza cercherà quindi di coniugare la sua carriera presso la CatCo World Wide Media come assistente della direttrice Cat Grant, interpretata da Calista Flockhart - attrice che abbiamo imparato ad amare negli anni grazie a telefilm come “Ally McBeal” e “Brothers & Sisters” - alla sua vita da supereroina, il tutto con una bella cotta che si è presa nei confronti di un Jimmy Olsen (Mehcad Brooks) che non riconosciamo, perché noi siamo sempre stati abituati alla figura del fotografo personale di Superman prima e di Supergirl poi, come ad un ragazzo magrolino, impacciato, incapace di dire ciò che prova veramente per Kara, spesso sottovalutato e beffeggiato dai colleghi. 


Qui invece ce lo mostrano come un aitante uomo d'affari, latin lover, innamorato della sorella di Lois Lane, Lucy (Jenna Dewan-Tatum), che spezza il cuore ad una povera Kara, ancora alle prime armi in fatto di uomini. Niente di tutto ciò è reale: sia nei fumetti che nel precedente “Smallville” od ovunque appaia, il personaggio di Olsen non è assolutamente così come vogliono descriverlo in questa occasione. Detto questo, nella serie, c'è invece un personaggio che potrebbe apparire tale e quale al Jimmy Olsen che conosciamo noi: Wilson “Winn” Schott, interpretato dall'interessante Jeremy Jordan (“Smash”), che è un esperto in tecnologia innamorato da sempre di Kara, ma che non ha mai trovato il coraggio di dirle ciò che realmente prova. E quindi ci chiediamo: se dovevano inserire una figura tale e quale al vero Jimmy Olsen, perché dargli un altro nome? Semplicemente per creare un triangolo amoroso che lascia oggettivamente il tempo che trova?



“Supergirl” è una serie che pecca molto, con un cast che poi non è per niente male, a parte la protagonista decisamente scialba, ma con una trama insignificante, che puzza enormemente di stantio, perché alla fine della fiera tutti questi telefilm sui supereroi che hanno spodestato i vampiri nella moda telefilmica e cinematografica degli ultimi dieci anni, ci hanno davvero stufato. Per quanto si possa amare il mondo fumettistico degli eroi con poteri sovrannaturali, di certo non si può di contro sopportare questa invasione in tutti i canali statunitensi di serie tv che si somigliano tutte, con storie praticamente identiche e fantasia zero, diventando un po' come quei police procedural che abbiamo ormai fin sopra i capelli. Quindi anche basta “Arrow”, “The Flash”, “Legends of Tomorrow”, “Supergirl”, “Agent Carter”, “Agent of SHIELD”, anche se gli ultimi due fanno parte del mondo più “maturo” della Marvel, ma hanno oggettivamente stancato un pò, alla fine portandoci purtroppo ad odiarlo questo mondo complottistico e fantastico che preferivano vedere solo sullo schermo di qualche cinema e poco più. Detto questo, nota a parte va fatta per le serie sui supereroi targate Netflix, come “Daredevil” e “Jessica Jones”, in attesa di “Luke Cage”, perché quando una cosa è fatta bene ed è di qualità, a prescindere se siano zombie, vampiri o supereroi, non ne avremo mai abbastanza.

Personaggi e doppiatori:

Kara Zor-El/Supergirl (Veronica Puccio)
Jimmy Olsen (Stefano Crescentini)
Alex Danvers (Stella Musy)
Winn Schott (Davide Perino)
Hank Henshaw (Paolo Marchese)
Cat Grant (Alessandra Korompay)

Lucy Lane (Francesca Manicone)

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