La miniserie “The Night Manager” conferma ancora una volta
che il prodotto seriale britannico è uno dei migliori al mondo, anche se in
questo caso la serie evento in questione è anche in parte statunitense, della
AMC, che unita alla BBC One, crea questo piccolo gioiellino telefilmico che
fondamentalmente è un film thriller diluito in sei episodi da un'ora ciascuno,
trasportando il libro di John le Carrè “Il direttore di notte”, in tv. Sei
episodi intensi che diventano molto più interessanti grazie alla presenza di
Tom Hiddleston e Hugh Laurie come protagonisti assoluti.
E' inutile stare a
confermare che senza la loro presenza la serie non sarebbe stata allo stesso
livello. La sceneggiatura è affidata a David Farr, che ha racchiuso in poche
ore un concentrato di ansia e azione, pericolo, minacce, segreti, tradimenti,
tipici delle migliori serie o film di spionaggio degli ultimi anni. La trama ci
racconta la storia di Jonathan Pine (Tom Hiddleston), un ex soldato
dell'esercito britannico con un senso della giustizia considerevole, che si è
ricostruito una vita diventando il direttore notturno di un albergo di lusso.
Un giorno però l'uomo entra in contatto con Richard Roper (Hugh Laurie), un
uomo d'affari ben visto dalla società per i suoi costanti aiuti umanitari, ma
che in realtà nasconde un enorme traffico di armi.
I due sono i perfetti
antipodi del più classico quadro spionistico: la giustizia contro la
corruzione. Sarà Pine ad intuire che l'uomo non è il “buono” che vuole far
credere e verrà ingaggiato da Angela Burr, interpretata dalla bravissima Olivia
Colman (“Broadchurch”), agente di polizia, per infiltrarsi nel mondo di Roper,
diventando la sua spalla destra. Jonathan però dovrà vedersela con Lance
Corkoran (Tom Hollander), tirapiedi di Roper, che non si fida per niente del
nuovo arrivato. A complicare una situazione già di per sé non idilliaca ci sarà
l'attrazione che Jonathan proverà nei confronti della donna di Richard, Jed
Marshall (Elizabeth Debicki), bellissima, ma in fondo una donna molto sola e
triste.
Il personaggio di Hiddleston risulta essere il migliore, non solo per
l'interpretazione dell'attore in pole position per il
ruolo nel prossimo film della saga di James Bond, ma perché è un personaggio
cupo, misterioso, con un dramma che riaffiora dal passato recente: la morte
dell'unica donna che abbia mai amato, un uccisione brutale che porterà l'uomo a
tornare a combattere per quel senso di giustizia di cui parlavamo prima. La
serie girata tra il Marocco e le Alpi Svizzere, passando per l'Egitto, la
Turchia e Londra è stata creata in 75 giorni, ha una regia ed una colonna
sonora all'altezza e ci auguriamo venga preso in
considerazione nei prossimi premi più importanti.
Di certo, prelevare l'idea
già ottima di base, di uno degli scrittori più amati e più famosi, ha fatto già
gran parte del lavoro, ma come abbiamo visto in altri rifacimenti passati, non
sempre si riesce a sfruttare a pieno un bel libro, la trasposizione televisiva
risulta spesso forzata e vacante di molti elementi fondamentali, o alle volte
fin troppo diluita e noiosa, in questo caso invece Susanne Bier alla regia,
David Farr alla sceneggiatura e ovviamente lo stesso le Carré al soggetto e
produzione, hanno reso praticamente perfetto il tutto, completando il quadro
con due degli attori più in forma al momento del settore seriale e
cinematografico, ma con un cast che di certo non sbiadisce al cospetto dei protagonisti,
portando in scena, malgrado il filone non proprio innovativo come lo
spionaggio, una serie che risulta forte, chiara, trepidante, mai noiosa e
assolutamente consigliata a tutti.
Personaggi e doppiatori:
Jonathan Pine (David Chevalier)
Richard Roper (Luca Biagini)
Angela Burr (Laura Romano)
Jed Marshall (Francesca Manicone)
Lance Corkoran (Francesco Bulckaen)
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