Mikeless - Il Maniaco




"Mikeless" in "Il Maniaco" convince. Otto brani freschi, accattivanti ma assolutamente non banali. Con la chitarra acustica in evidenza e una voce come si deve, il nostro aggiunge appena qualche colore alla sua tavolozza, tra beatbox e loopstation, curando gli arrangiamenti e svariando tra i generi. Viene dalla strada Michael Fortunati( questo il vero nome di Mikeless) e si sente la genuinità della proposta che non può non far pensare ad Alex Britti che girovagava per Amsterdam chitarra a tracollo. Qualcosa da limare c'è per forza di cose, come la curiosità sull'evoluzione del progetto.

"Anima": il primo singolo estratto sospeso tra arpeggi di chitarra acustica, per sfociare in un ritornello soul "devi fidarti della tua anima devi guardarti sentirti libera devi fidarti della tua identità devi guardarti come se fossi unica" 

"Castigo": parte come un folk popolare per poi diradarsi nel ritornello in un mood evocativo anni 60 "la mia speranza è come un vino più mi disseta più ne sei schiavo"

"Il maniaco": la titletrack è un blues divertente e divertito con un buon testo  "son nato insieme alla green economy alla realtà non sono abituato"

"Piccolo": "come una formica che bestemmia contro Dio" atmosfere smussate e delicate che ben si contrastano con la durezza delle parole, con un'ottima prova vocale

"Regole": blues/pop gradevole e d'impatto "nuvole come anime vagano senza regole in fretta cambiano al primo colpo di vento"

"Versi e parole": "vorrei camminare fino agli angoli più bui di te" altro brano più pop, che ha il ponte forse un pò prolungato ma che nel complesso non dispiace

"Solstizio generazionale": intensa ballad acustica costruita sull'accumulo di pathos: "tra Cristo ed altri dei io scelgo andare al mare di santi non ce ne è almeno puoi pensare e aspettare lunedì per compiangere i peccati "

"Funky love": l'unico brano suonato con altri strumentisti, quando il titolo dice tutto "e non mi scende più la scimmia che mi tormenta"

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