Intervista con Pecori Greg





Dall'approccio, il mood che si respira popolare e colto, ironico e alto, gioioso e profondo, Valerio, ci fa pensare inevitabilmente ai Mariposa, ma... punto, magari ci torniamo dopo. Raccontaci come nasce il progetto denominato Pecori Greg a cominciare dalla scelta del nome...

Ciao Shake! “Pecori Greg” nasce come alter ego di Valerio Canè. Trattandosi di un progetto Rock, c’era bisogno di un nome da Rocker, e “Valerio Canè” non ne aveva il cipiglio. Così ho sentito la necessità di sdoppiarmi e sdoganarmi in cantautore che usa un linguaggio Rock diversamente tale, ovvero classico, mistico e dislessico. Il tutto è nato dal bisogno di far musica, ‘sendo che coi Mariposa eravamo e ancor siamo in placido letargo a tempo indeterminato. Ho avuto un’improvvisa voglia di ascoltare una compilation di classici del rock immaginari per un viaggio in automobile, così ho scritto, arrangiato e registrato diversi pugni di canzoni che riflettono i miei ascolti contingentemente favoriti. Non essendomi fino ad allora cimentato col songwriting, ho dovuto sdoppiarmi in Pecori, che con cipiglio tenero, pacifista e vagamente dislessico canta di fratellanza, inclusione, amicizia, anche se nessuno gliel’ha chiesto. Un grido di pace, una rapsodìa dell’Abbraccio, ‘chè Pecori è convinto ce ne sia tanto bisogno. Il tutto supportato da una narrazione Rock a suo modo classica, declinata secondo i gusti dell’autore.
Ho fatto quindi ascoltare i brani al mio amico e collega Angelo Epifani, Maestro di Suono e già  chitarrista de “Gli Avvoltoi”; lui s’è fatto curioso e abbiamo tosto registrato il disco presso i suoi “Raw Studios” di Bologna,  coinvolgendo gli amici/colleghi Luca Nicolasi e Simone Cavina nonché un sacco d’altr* amiche/ici che hanno prestato il loro talento in bonanza.
Passando allle canzoni, con quale idea sei andato sugli arrangiamenti e la produzione... c'è una commistione di generi decisamente intrigante..

Con lo stesso approccio estetico d’indagine sui “generi” le rispettive peculiarità; il lavoro nel suo complesso può essere considerato, forse con un filo d’immodestia di cui mi scuso, un esercizio di stile, in verità molto ludico e sollazzevole. Mi facevo suonare in testa alcuni tipici e immaginari clichè afferenti a stili e periodi vari della storia del Rock, sempre guidato dai miei gusti, ‘sicchè li elaboravo in chiave arrangiativa originale, per ottenere un effetto di “classico”, qualcosa che pur inedito fosse nelle orecchie di molt*, se non altro nelle mie. In questo senso è fondamentale il lavoro su suoni, riprese e mix curato da Angelo Epifani, che ha prima districato poi reso intelligibili i miei pasticci sonori assecondando fedelmente le intenzioni, in modo da poterli ricondurre a una cifra di riferimento, ‘sì come parmi sia capitato a te. Pecori Greg non sarebbe uscito dal suo bozzolo senza il lavoro di Angelo, ‘sicchè Pecori Greg siamo io e lui, in modalità Culo e Camicia.

Dentro ci abbiamo sentito il primo Jovanotti, i Clash, Gaber, I Blur, Elio... ci siamo inventati tutto oppure... influenze più o meno dichiarate o è solo semplice e grande calderone pop?

Su Jovanotti trasecolo un poco, ‘chè non ci avevo pensato, ma gli altri che hai nominato, per ragioni diverse, afferiscono senza dubbio alle influenze più o meno dichiarate. Il disco “Merry Krishna, Hare Christmas” risente del patchwork/pastiche/paciugo che ho nominato  in precedenza; mi piace descriverne l’azione con questa dichiarazione: 
“Ho paciugato da musicaro con i miei ascolti preferiti nella contingenza, divertendomi un sacco a fare maldestri (sono mancino) esercizi di stile; prima di elencarne alcun* fra i/le tanti, Pecori fa un inchino, un ossequio e ringrazia tutti sentitamente: Rolling Stones, Led Zeppelin, Ivan Graziani, Beach Boys, Who, Tom Waits, Joni Mitchell, Gong, Beatles, Beppe Maniglia, Beck, Crosby, Sills & Nash, Fats Domino, Area, Blind Willie Johnson, Parliament, Mariposa, Blur, Nick Drake, Grateful Dead …. ce ne sarìano ancora tanti…”




"Se tutti fossimo diversi quel che Dio volle, saremmo tutti uguali"da "My awesome paperotto":  . ci pare una frase abbastanza importante e che dice e fa pensare a molte cose e che fa da contraltare a quella contenuta in "Mongojet": "nella notte sboccia il mondo dei clichè ...

Hai colto i versi tra i più rappresentativi dell’indirizzo etico del lavoro (di quello estetico abbiam già parlato)
Il disco è popolato di personaggi immaginari che ho incontrato davvero. Spesso li conosciamo di persona senz’averli mai incrociati. Possono ricordare l’ambito delle “Macchiette”, ma la loro autenticità è così forte che da stereotipi si fanno archetipi. Figure che rispondono continuamente a domande che nessuno ha loro mai posto, che vivono e deambulano nella periferia metafisica e reale, spesso emarginati da segni particolari ed affanni generali. Ma sono di buon cuore, e hanno bisogno d’essere incluse per dare quanto prendere. Storie di ampi spazi e claustrofobia, di libertà e dipendenza, di allegrezza e inquietudine, di pubertà e senilità, di amore e soprattutto psiche.
Ma Pecori risolve la tensione fra le opposte dinamiche con il grido di pace della title-track, una rapsodia natalizia che incarna l’afflato primario di comunanza, fratellanza, benessere e inclusione di cui il mondo ha tanto bisogno. E la spiritualità che anima la materia musicale del disco ne suggella l’ascolto con una preghiera.


                                          

Alessandro Fiori ha annunciato il suo nuovo album solista, per i Mariposa bolle qualcosa in pentola?

Per i Mariposa più che altro spentola qualcosa in bolla. Come ti dicevo poc’anzi siamo in letargo da lungo tempo; abbiamo avuto un corrusco episodio live a Milano in occasione del Diz Festival lo scorso Luglio 2015. L’euforia profusa per l’occasione ci ha indotto a ritenere opportuno un rientro in letargo, almeno per un molto po’. Per quanto concerne il Fiori, ogni suo fatto musicale nondimeno è un tassello prezioso che si aggiunge al mosaico degli ascolti.

Continuerai come Pecori Greg o rimarrà (e noi ovviamente speriamo di no) un progetto isolato?

Vogliamo proseguire, Pecori ha ancora tante cose da raccontare suonando. Ho in dispensa abbondante materiale musicale (già formalizzato in canzoni) preprodotto fin nelle più delicate terminazioni. Il più è capire se qualcun* ha poi voglia d’ascoltarlo, ma par che a Pecori vada comunque a genio la guisa dello speaker’s corner, che si fermi qualche passante incuriosito oppure no.  

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