“Rosewood” è il chiaro esempio di telefilm di cui non avevamo
assolutamente bisogno. L'ennesimo police procedural con il figone di turno con
l'intelligenza superiore alla media e la pulzella, prestante poliziotta, che fa
di tutto per stargli al passo, che si beccano in continuazione, facendo finta
che si facciano antipatia a vicenda quando in realtà sappiamo tutti che
inevitabilmente finiranno entrambi sotto lo stesso lenzuolo. Nel 2016 è
estremamente degradante per la televisione statunitense, che ci ha abituati a
tutt'altri standard, vedere ancora serie costruite in questo modo, con episodi
copiati ed incollati, identici a qualsiasi altro procedurale, che sa di
stantio.
La trama è presto detta: il dottor Rosewood, interpretato da Morris
Chestnut, è un famoso anatomopatologo, molto intelligente, che usa la sua
avvenenza e le sue spiccate doti intuitive per avviare uno studio privato a
Miami - con tanto di cartelloni pubblicitari in giro per la città - dove
conduce autopsie su richiesta e di tanto in tanto aiuta la polizia a risolvere
i casi più intricati. Entrerà ben presto in contatto con la detective Annalise
Villa (Jaina Lee Ortiz), giovane e avvenente poliziotta, di recente trasferitasi
da New York dopo (guarda caso) la morte del marito. Rosewood nel frattempo,
nato prematuramente, porta da sempre il peso di sofferenze fisiche non
indifferenti, ma malgrado ciò riesce ad avere un fisico perfetto e ad amare la
vita da grande ottimista qual è. Una specie di Dottor House con la verve di
Seeley Booth di “Bones”, ma senza il fascino né dell'uno né dell'altro.
Nel
cast troviamo anche Pippy e Donna Rosewood (Gabrielle Dennis e Lorraine
Toussaint), sorella e mamma del protagonista, Tara Milly Izikoff (Anna Konkle),
collaboratrice dell'anatomopatologo e fidanzata di Pippy, Ira Hornstock
(Domenick Lombardozzi), capitano del dipartimento e Mitchie Mendelson (Sam
Huntington), consulente. Durante la seconda stagione arriverà poi Brian Austin
Green, indimenticabile David Silver di “Beverly Hills 90210”, che interpreterà
Aaron Slade. Gli ascolti discreti, ma non di certo eclatanti, hanno spinto la
Fox a dare una seconda possibilità a questa serie che malgrado un cast
discreto, non riesce a trovare una personalità tale da spingerci a continuarne
la visione.
22 episodi colmi di ripetitività, immersi nella noia totale, in cui
risulta perfino scontata e superficiale la storia lesbo inserita solo perché al
momento le tematiche LGBT vanno di moda. In poche parole “Rosewood” è una serie
che non avrebbe meritato una seconda stagione. La Fox avrebbe potuto spendere
questi soldi per produrre qualcosa di diverso invece di offrirci un “Bones” con
personaggi diversi, ma senza l'efficacia di quest'ultimo, soprattutto in
un'epoca in cui ormai i crime si sono trasformati in ben altro, basti pensare a
“Broadchurch”, “Luther”, “Sherlock”, “True Detective”, “River”, “Rectify”,
“Fargo”, per capire che anche nei thriller si può trovare una chiave di lettura
diversa, originale, più intrigante e indiscutibilmente meno banale.
Personaggi e doppiatori:
Beaumont Rosewood (Massimo Bitossi)
Annalise Villa (Stella Musy)
Pippy Rosewood (Perla Liberatori)
Tara Izikoff (Gemma Donati)
Ira Hornstock (Roberto Draghetti)
Donna Rosewood (Antonella Giannini)
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