Tv e Radio: rivoluzione o involuzione nell'era Renzi?


Quella della televisione italiana e della radio di Stato, sembra più un’involuzione che una rivoluzione. Sembra anche che il Governo Renzi si celi dietro i volti smaglianti di Carlo Conti e invecchiati di Daria Bignardi. Il primo, più scuro che mai, è stato nominato direttore artistico delle Radio Rai, la seconda, con un nuovo serio look da giornalista impegnata (lontani i tempi ormai de “Il Grande Fratelllo”), è la neo direttrice di Rai 3. Entrambi hanno apportato ovviamente dei rinnovamenti anche discutibili. Conti e Bignardi si sono presentati con le rivoluzioni del secolo, con le idee più innovative partorite proprio dalle loro menti. La formula è: tagli e audience. Ma come far coincidere le due cose? 

Proprio ieri sera è arrivata la notizia della chiusura del programma 610 – Sei uno zero su Radio 2, lo storico programma di Lillo & Grag con Alex Braga che, sempre con successo, va avanti dal 2003 e da cui sono passati i volti comici più noti della tv di oggi. Pare che il programma costi troppo e quindi, non accettato un compromesso – come ad esempio mandarlo in onda solo il fine settimana – Conti ha pensato bene di sopprimerlo. Pronta è stata la risposta di Radio 2 che sulla pagina Facebook ha scritto: “Per la prima volta non possiamo dar retta al Grande Capo Etsiqaatsi, perché a noi 610 sta molto a cuore. Stiamo lavorando ad una nuova versione del programma con Lillo, Greg e Alex Braga, dalla sala B di via asiago con la partecipazione del pubblico”. Passato lo sconforto iniziale, si sta pensando di proporre il varietà-radio in un format televisivo. Ed ancora: “Noi non siluriamo nessuno. Il palinsesto si prepara con i direttori di rete. A Lillo e Greg hanno chiesto di ricaricarsi facendo il fine settimana e non hanno accettato. Comunque gli è stato chiesto di pensare a qualcosa di nuovo per gennaio", fa sapere la rete. 


Anche il noto Caterpillar, creato venti anni fa da Massimo Cirri e Sergio Ferrentino, è stato spostato sin da subito alle 20. Proprio un bell’orario (ironia)! Bisognerebbe capire cosa ha in mente Conti che alla Radio deve il suo trampolino di lancio. “Più canzoni e meno parole” pare abbia esclamato. Ed allora si pensa non tanto all’idea del secolo quanto più a costruire un palinsesto Radio Rai più vicino ad Rtl 102.5 per stare al passo con gli ascolti. E la qualità? Forse quella non importa.

Per quanto riguarda Rai 3, la “rivoluzione (non) sta arrivando”, citando i Negramaro per una (sola) buona volta. Rai 3 si sa, è la rete “regionale”, non ha di certo gli ascolti che possono competere con le altre due. Conoscendo benissimo però la forza di “Chi l’ha visto?”, la Bignardi ha pensato di creare una striscia quotidiana di 25 minuti alle 12.25. Del resto oggi come oggi, gli omicidi, le violenze e le scomparse non sono solo all’ordine del giorno ma ormai sono entrate nelle case e nelle tavole degli italiani. Si mangia pasta asciutta e si parla di Bossetti e Yara Gambirasio. Un morboso  trattare la cronaca nera che già Mediaset con i suoi “Quarto Grado” eccetera ha lanciato. Poi il 3 ottobre la rete programmerà “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, già acquistato, per ricordare l’anniversario del naufragio dei migranti a Lampedusa nel 2013 in cui persero la vita 400 persone. 


Coinvolto nel grande progetto anche Alessandro Baricco – per non perdere l’etichetta di rete legata alla lettura – dal quale ci si attende noia. Poi verranno recuperati Gad Lerner col programma “Islam, Italia”, così tanto per confonderci ancora le idee su cosa sia l’Islam, Salvo Sottile con “Mi manda Rai Tre”, Concita De Gregorio e il programma Gazebo che viene riconfermato. Si pensa anche a un day time giovane e al passo con le nuove tecnologie. Addio invece a Ballarò, che viene soppiantato da una geniale pensata: un talk show che sa di stantio e ci ricorda quanto la tv della nuova era sia figlia di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi.

Quello che ci si chiede è: Conti e Bignardi sono le nuove manifestazioni di Matteo Renzi? Una reincarnazione filogovernativa più subdola dei tempi berlusconiani (della serie “si stava meglio quando si stava peggio”)? Ancora ai posteri...  

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