"Mmmm, cannolo alla crema!"
"Daniel era un uomo che ha toccato molti dei presenti. Me compresa"
"Non sono una mamma, sono una zitella, sono una zilf"
"Digita uno se vuoi che il padre sia Mark, digita due se vuoi che sia Jack"
Il tanto atteso terzo
capitolo di Bridget Jones è arrivato. E, per i fan della
prima ora, non ha deluso certo le aspettative. L'ormai cult, giunto
al “Bridget Jones's Baby”, per la regia di Sharon Meguire è
tornato a circa 14 anni di distanza dal primo “Il diario di Bridget
Jones” e a 12 anni dal secondo “Che pasticcio Bridget Jones”
che invece fu diretto da
Beeban
Kidron. Niente
di sconvolgente s'intende, una commedia in cui tutte le donne che si
sentono nella loro quotidianità un po' fuori posto, si sono sempre
riviste. Senza troppi complessi e con tante risate. Il cast è quasi
lo stesso, con Renée Zellweger e Colin Firth in
prima linea, ma con l'aggiunta del bel Patrick Dempsey, storico volto
di Grey's Anatomy; mentre va via dal cast Hugh Grant, o almeno
fisicamente. Il format è sempre lo stesso dei precedenti:
depressione, canzoni “FM Nostalgia”, qualche incursione più
attuale, “prese a male” e... qualche avventura sessuale. Bridget
non si fa mancare nulla neanche a 43 anni ed il pubblico si abituerà
facilmente, al di là delle previsioni, ad una Zellweger un po' più
matura ma dall'inconfondibile sorriso. Anche Firth da
ultracinquantenne mantiene il suo sex appeal ma non rivedremo
le classiche scazzottate con il suo compaesano english. L'inizio è
abbastanza shock, è da ammettere, ma non c'è da preoccuparsi, il
finale ci spiegherà tutto.
Bridget è giunta
finalmente all'ora “tic tac”, anzi l'ha più che superata e il
suo Darcy non l'ha mai presa in sposa, anzi. E mentre una serie di
coincidenze funzionali alla storia, frappone Bridget tra il suo ex
Mark e il buonista pimpante Jack, qualcosa pare non funzionare:
Bridget è incinta. Chi sarà il padre? Tutto procede secondo le
aspettative, ma un'esilarante Emma Thompson mette un po' di pepe alla
storia. Bridget Jones, nonostante il tempo trascorso e un diario
sostituito da un ipad, continua a rappresentare tutte le fasce di
età, in realtà, perchè lei è tutte quelle donne che ogni giorno
lottano per affermarsi, certo in una versione goffa e maccheronica,
ma nuda e cruda. Nel film tre particolarità: l'apparizione del
cantante Ed Sheeran nella parte di sé stesso; il caso che Darcy
segue come avvocato è palesemente quello delle Pussy Riot, il gruppo
russo femminista che si è opposto al governo Putin; quando
Bridget prende in braccio il suo bambino appena dopo il parto, il
neonato è poco pulito e svestito; nella scena successiva è col
berretto, ma non si vede quando è stato coperto.
"Grazie a Dio ci sono i gay"
"Ti ha messo il burattino in bocca?"
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