Café Society di Woody Allen




"Café Society" ci ridona un "Woody Allen" praticamente perfetto, brillante per davvero e a dirla tutta inaspettato, con tutta la sua ironia sopraffina in stato di grazie, con movimenti di macchina assolutamente perfetti, una fotografia sontuosa  e una sceneggiatura da applausi. 
Un film riuscitissimo che si muove su una semplice e classica storia d'amore "contrastata" ma non banale, raccontata per bene, che riesce a far i conti con temi e sotto testi di assoluto spessore. A partire da un elegia de "L'amore di gioventù", che è ovviamente, verrebbe da dire, vista la mole di citazioni cinematografiche, o meglio di attori e attrici messi in risalto,  per il cinema... amore, che procede di pari passo per le donne, ritratti entrambi per l'appunto con gli occhi della prima voltache vanno in parallelo, con un contraltare sempre pronto a palesarsi, dal quale solo il jazz (altro amore) si salva... 
e ancora, la guerra, la storia, la violenza, le necessità, filosofia e comunismo che si abbracciano, religioni e opportunità, la famiglia, il matrimonio. 
Il tutto in un gran calderone, però perfettamente misurato, dove c'è tutto Woody Allen iper riconoscibile a ogni fotogramma. 
La vicenda prende vita dalla venuta nel mondo delle star cinematografiche, dell'ingenuo Bobby da New York, che cerca il sogno come una star qualunque andando a trovare lo zio ricco e famoso che lavora nello star system. Dopo non poche reticenze il facoltoso zio inizierà a dar fiducia a Bobby, facendolo seguire dalla sua segreteria. Segretaria che risulterà essere ben presto l'amante dello zio. Allen non calca la mano sulle situazioni equivoche, ma piuttosto sul cambiamento dei tempi e delle persone, osservandone l'evoluzione e la conseguente inevitabile perdita degli albori giovanili, pur nella ricerca costante dei propri sogni e ideali, arrivando a una maturità non compromessa del tutto... se si è ancora capaci di sognare. Il tutto non solo negli interpreti principali ma anche in tutti gli altri personaggi e microstorie. Se si aggiunge anche un uso sapiente dei flash back per dar ancor più spessore al non detto dei protagonisti, l'ottimo cast che annovera tra gli altri: Jeannie Berlin, Steve Carell, Kristen Stewart,Jesse Eisenberg, Blake Lively, Parker Poseye, una cura certosina dei dialoghi sempre ficcanti e un paio di scene cult, come l'iniziale approccio tra il Bobby appena arrivato con una prostituta alle primissime armi o i rimorsi finali della sorella del nostro che tenta di spiegare al marito che lei semplicemente "aveva chiesto di far abbassare la musica", ci troviamo di fronte a una pellicola senza punti deboli, che diverte e regala numerosi spunti di riflessione. Da vedere assolutamente e a memoria non consigliamo Allen da Midnight in Paris:

Vi lasciamo come di consueto con alcune frasi della pellicola:

"- Phil Sterrn non è un vero ebreo - Tu saresti un esempio? Non preghi non digiuni e soprattutto non hai la tradizionale testa ebrea, sei stupido"

"- Io e il mio socio forse ci compriamo un night club ti senti meglio se ci compriamo un night club? - Certo basta che sia alla luce del sole"

"- Sei ebrea? Una puttana ebrea è un record"

"E questione di ego sai Ben, la città si regge sull'ego - Io sono Bobby, Ben è mio fratello, è comprensibile"

"- Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo e un giorno ci azzeccherai"

"- Sembri molto dolce non te l'hanno detto? Sembri un cervo abbagliato dai fari"

"- L'amore non ricambiato uccide ogni anno più gente della tubercolosi"

"- Diventano madri e tutto sparisce, più che altro sono gli ormoni - io non vedo altro che pannolini"

"- La vita è una commedia scritta da un sadico che fa il commediografo" 

 "- Prima un omicida, poi mi diventa un cristiano, ma che cosa ho fatto per meritarmi questo? - Lui te l'ha spiegato, gli ebrei non ce l'hanno l'aldilà"

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