Fiorella Mannoia - Combattente


Delude Fiorella Mannoia, e tanto, "Combattente" è in primis musicalmente poca cosa, specie se rapportato a "Sud" dove la varietà di arrangiamenti e soluzioni apportate si faceva sentire, per non parlare dei testi. Qui ci troviamo di fronte a undici brani che possono pure piacere presi singolarmente ma che finiscono con l'assomigliarsi tutti e danno vita a un album decisamente monocorde, senza sbocchi. Trattasi di musica leggera, di qualità si intende. Col timbro "prima o poi il singolo scappa" però. Che peccato: 

E' tutto piacevole, gradevole, rassicurante... sentito mille volte... a cominciare da "Combattente": che è sin troppo simile a "Ed ero contentissimo" di Tiziano Ferro, quanto meno nella strofa, con tra l'altro troppe rime facili, il primo singolo estratto non che title track: "è una regola che vale per tutto l'universo chi non lotta per qualcosa comunque ha già perso", segue "Nessuna conseguenza": ballad dai toni minimal, con la voce protagonista, con ancora troppe rime scontate specie nel ritornello, davvero troppe: "e invece pensa nessuna conseguenza di te so stare senza tu non sei necessario alla mia sopravvivenza". "Siamo ancora qui": "un universo che respira e io ti voglio amare finchè la terra gira" è perlomeno ariosa che vira su sonorità pop/dance nel ritornello, non dispiace quanto meno come "I pensieri di Zo": scritta da Fabrizio Moro, al pianoforte portante "sottovoce", per poi opportunamente crescere, è una ballad circolare con gli strumenti che entrano opportunamente via via: "e non sa cosa lascia e non sa cosa trova, beato chi sa, che poi troverà". "Anima di neve": "portami con te nel tuo volo notturno, portami con te tra gli anelli di Saturno" ne vogliamo parlare? Altra ballad, dal mood notturno, che si mantiene morbida, senza picchi: "portami con te perchè io possa capire".
"I miei passi": altro brano scritto da Fabrizio Moro, "sono tutta quello che non sono stata", piglio pop dance, con un arrangiamento centrato, che riesce a sfruttare gli stop and go: "le idee di mio padre ma viste al contrario". "L'abitudine che ho": "a non restare in un abbraccio solo per comodità a far finta di niente se è amore non si sente" filastrocca dalla melodia stasentita, si salva solo l'interpretazione, decisamente troppo poco. "Ogni domenica con te": "mi hai lasciato sempre scegliere eppure non mi sento libera" ennesima ballad ma stavolta con un buon testo e una melodia non scontata. "Perfetti sconosciuti": "Quando si ama non si perde mai" dall'omonimo film, rivelazione della scorsa stagione, "quando i silenzi si mettevano tra noi e ognuno andava per i fatti suoi" uno dei brani migliori dell'album. 
"L'ultimo Babbo Natale": "sono solo parole le parole sono l'ultimo fiato da ingoiare" costruita sull'attesa, che si fa dance nel ritornello, con una ritmica che dice la sua, "piaciona", scritta da Giuliano Sangiorgi. "La terra da lontano": "che abbiamo l'anima sempre in guerra così come la terra che ha un lato oscuro" sui violini in un continuo crescendo per musica di Ivano Fossati a sublimare la "favola": "guardo i tuoi occhi da vicino così grandi da riempire la mia vita".

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